Uno spazio di soli 9 metri quadri per vivere e abitare il mondo: ecco cos’è aVOID powered by Häfele e Schüco. Progettata da Leonardo Di Chiara, giovane architetto e ingegnere pesarese di 27 anni, come risposta alternativa al concetto tradizionale di casa, aVOID è la prima tiny house mobile interamente sviluppata e realizzata in Italia che dimostra come sia ancora possibile ripensare le nostre abitudini di vita in una chiave non solo più sostenibile, bensì anche più in linea con le esigenze fluide dell’abitare del futuro.
Il progetto
aVOID è un prototipo di casa su ruote che in soli 9 metri quadrati racchiude ogni comfort necessario per il vivere quotidiano. Ispirata all’equilibrio del vuoto, da cui prende il nome (a void = un vuoto), si presenta come una singola stanza grigia sviluppata longitudinalmente e priva di qualsiasi arredo. Attraverso però l’utilizzo di meccanismi Häfele a scomparsa, lo spazio evolve orizzontalmente e si trasforma, adempiendo a tutte le più comuni funzioni di un’abitazione. Il letto ribaltabile diviene prima divano per l’angolo studio e poi, abbinato al tavolo pieghevole, comoda panca per due persone. Grazie ad un sistema di ante rientranti la parete scompare, lasciando spazio ad una cucina accessoriata con illuminazione LED, cappa aspirante, lavello a scomparsa, piano cottura e scaffali contenitivi. L’ampia porta finestra a tre ante del fronte sud, progettata da Schüco Italia, permette sia l’illuminazione naturale dello spazio, sia la sua apertura totale verso l’esterno. Sempre firmate Schüco sono la finestra della facciata sul retro, con profili a scomparsa per massimizzare l’apporto luminoso, e l’apertura vetrata che consente l’accesso alla terrazza. Un piccolo bagno realizzato in okumè ospita i servizi e una doccia concepiti per ridurre al minimo i consumi di acqua. Una scala retrattile permette infine l’accesso al tetto, l’angolo più suggestivo per sentirsi a tutti gli effetti cittadini del mondo.
“I 9 metri quadri – spiega Leonardo Di Chiara – corrispondono per legge alla dimensione minima di una camera singola in Italia. Con questo rimando vorrei sottolineare la necessità di ripensare gli standard abitativi delle nostre case, ancora legati alle disposizioni del Decreto del 1975, che tengono in considerazione solamente la superficie calpestabile senza valutare la qualità dello spazio sia in termini funzionali che tecnologici. La situazione nelle nostre città è però profondamente mutata ed è destinata a continuare a farlo in maniera esponenziale. La crescita demografica dei centri urbani e l’aumento del cosiddetto fenomeno del neo-nomadismo ci obbligheranno a trovare soluzioni abitative non convenzionali, che puntino su condivisione e riduzionismo”.
La ricerca
Il movimento tiny house, iniziato negli anni Settanta negli Stati Uniti, racconta la storia di una nuova generazione di persone pronte a trasformare continuamente la propria esistenza indipendentemente dalle pressioni della società, in favore di uno stile di vita più libero e meno vincolato. È a questa voglia continua di cambiamento che si ispira l’involucro architettonico di aVOID, caratterizzato da due pareti laterali cieche che, nonostante sembrino non appartenere a nessun luogo, in realtà, per la loro incompletezza estetica, rendono l’abitazione inseribile in qualsiasi contesto e comunità.
Lo sviluppo di una politica urbanistica più fluida, in grado di ripensare il quartiere sociale in modo meno rigido, è stata la finalità del Bauhaus Campus, un piccolo villaggio sperimentale, di cui aVOID ha fatto parte, ospitato all'interno del Bauhaus-Archiv / Museum of Design di Berlino. All’interno dell’esperimento socio-culturale, curato dall'architetto Van Bo Le-Mentzel e sviluppato in collaborazione con la Tinyhouse University, il progetto aVOID è stato chiamato ad indagare la tipologia della casa a schiera nella possibilità futura di creare quartieri migratori, cioè insediamenti temporanei dove le abitazioni su ruote possono facilmente spostarsi da una località all’altra.
Con l’obiettivo di promuovere la discussione sulla sostenibilità dell’abitare in relazione ai bisogni della società contemporanea, aVOID è oggi protagonista di un tour itinerante che nel corso del 2018 attraverserà l’Europa da Berlino a Roma, includendo tra le numerose tappe anche Milano in occasione del Fuorisalone.
Micro living: la prospettiva di Häfele e Schüco Italia
Che la riduzione dello spazio abitativo stia trasformando il modo di vivere la casa è ormai un dato di fatto. I locali domestici confluiscono gli uni negli altri, scompaiono le pareti divisorie in favore di ambienti più fluidi e i mobili definiscono le funzioni dei singoli spazi. Flessibilità, funzionalità, bellezza e comfort sono diventati i principi guida di tutte le aziende che indagano le possibilità sociali, culturali e architettoniche del micro living. Supportando la progettazione di aVOID, Häfele e Schüco Italia hanno fatto propri i principi dell’abitare fluido e “mini”, approfondendo l’aspetto dell’industrializzazione del suo processo di costruzione.
“Già da molti anni Häfele – spiega Gianfilippo Borella, Marketing Manager Häfele Italia – si sta occupando del trend globale dell’urbanizzazione e della concentrazione dello spazio abitativo. Su superfici ridotte l’imperativo è oggi maggiore versatilità e funzionalità. Questi obiettivi sono raggiungibili grazie a sistemi e meccanismi che siano in grado di soddisfare requisiti di design e di adattabilità. La sponsorizzazione di aVOID rientra quindi nel percorso concettuale che il nostro gruppo ha intrapreso su questo tema. La collaborazione con Di Chiara ci ha permesso di esprimere la capacità dei nostri meccanismi e delle nostre soluzioni di rendere gli spazi polifunzionali, estremamente versatili e trasformabili a seconda delle esigenze abitative.”
“Le tendenze dell’abitare sono in continua e sempre più veloce evoluzione – commenta Roberto Brovazzo, Direttore Generale Schüco Italia – ed è un dovere per chi si occupa di innovazione nella progettazione quello di indagare i nuovi modi di vivere gli spazi, sia domestici che urbani. Contribuire alla realizzazione di aVOID ci ha permesso di esplorare gli aspetti più rivoluzionari del vivere mobile, facendo i conti da un lato con spazi ridotti da interpretare sia sotto l’aspetto estetico che sostenibile, dall’altro con nuovi concetti di pianificazione urbana e di fruizione del suolo cittadino. Il progetto, inoltre, ci ha permesso di verificare la flessibilità delle nostre soluzioni, perfettamente adattabili sia al grattacielo che alla mini casa. Un’ulteriore affermazione del fatto che con il giusto sguardo prospettico e la giusta apertura mentale verso il cambiamento ogni limite può divenire un’opportunità”.