Nature Of Innovation: è questo il significato dell’acronimo NOI Techpark. Un’opera di rigenerazione urbana che già nel nome, con quel “noi” in maiuscolo, rivela la sua natura inclusiva, destinata a trasformare un’area dismessa in centro di innovazione, spazio di aggregazione e piattaforma di raccordo e interscambio tra Italia e Nord Europa. Il nuovo parco tecnologico, punto di incontro tra ricerca, cultura ed imprenditoria, sorge a Bolzano nell’ex sede dello stabilimento metallurgico Alumix, proprietà della Montecatini, luogo in cui negli anni Trenta e Quaranta si produceva circa i due terzi di tutto l’alluminio italiano. Esempio di architettura razionalista voluto da Mussolini all’interno del piano di italianizzazione del Sud Tirolo, il complesso è stato riconvertito dallo studio Claudio Lucchin & Architetti Associati, in partnership con la divisione italiana di Chapman Taylor, per essere restituito alla città come opera pubblica. NOI Techpark, infatti, è molto più che un centro di studio dedito all’innovazione: è anche un polo culturale e di aggregazione integrato nel tessuto urbano e sociale della provincia che lo ospita.
Nel quartiere di oltre 12 ettari, i bassi fabbricati perimetrali accuratamente restaurati fanno da corollario alle principali costruzioni che caratterizzano il parco tecnologico. Attraversando il portale originario si incontra lo storico Edificio BZ1, che a partire dal 1937 ospitava il primo dei grandi trasformatori dell’Alumix. Ristrutturato conservando la caratteristica facciata anni Trenta in stile Bauhaus, l’immobile, posto sotto tutela architettonica insieme al suo gemello, l’Edificio BZ2 che si erge distaccato sulla destra, è oggi destinato ad ospitare uffici, laboratori e spazi di ritrovo. Al suo fianco sorge l’iconico Black Monolith, la nuova costruzione dal rigore razionalista simbolo della forza innovatrice dell’intero parco. Ad introdurre l’edificio, s’innalza con i suoi 30 m di altezza la torre piezometrica (serbatoio idrico a torre) risalente al 1934, trasformata in opera d’arte contemporanea dall’artista polacco Mariusz Waras. Un’importante area verde di circa 9.000 m2 ospita infine zone relax e spazi per manifestazioni e spettacoli, mentre parcheggi e ambienti tecnici sono confinati nei piani interrati.
Black Monolith, dove passato e futuro si incontrano
Realizzato come un parallelepipedo nero che svetta verso l’alto, il Black Monolith è un edificio lineare, puro, essenziale e pulito. Richiamo diretto all’enigmatico totem del film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, emerge obliquamente dal suolo come simbolo dell’instabile conoscenza umana e metafora dell’uomo che si alza in posizione eretta nel cammino dell’evoluzione. La facciata si distingue per il caratteristico rivestimento nero realizzato con 5.000 m2 di schiuma di alluminio, un materiale ultra tecnologico e leggerissimo – coperto fino a qualche anno fa da brevetto militare – scelto per la sua resistenza e come omaggio al passato industriale del luogo. Sottili tagli vetrati perfettamente giustapposti scalfiscono la solidità compatta della pelle metallica, consentendo all’edificio di aprirsi alla luce esclusivamente attraverso le corti interne, caratterizzate da un involucro architettonico completamente vetrato.
L’impalpabile tessuto trasparente è stato realizzato con le facciate strutturali Schüco FW 50 SI SG (Super Insulation Structural Glazing), che permettono di nascondere all’esterno il profilo in alluminio dando la percezione di un unico elemento complanare vetrato. Abbinate agli apribili a sporgere Schüco AWS 114 SI SG, le cui ante con telaio a scomparsa si mimetizzano alla perfezione nella struttura portante, le facciate hanno garantito valori di trasmittanza termica pari a
Uf 0.91 W/m²K, contribuendo a far raggiungere all’immobile prestazioni energetiche tali da essere considerato un edificio a energia quasi zero.
Il monolito è sospeso su pilastri rivestiti in metallo specchiante, al di sotto dei quali una cavea gradonata, che asseconda l’inclinazione del volume sovrastante, dà accesso al centro congressi ipogeo, mentre una corte d’ingresso al piano e un giardino d’inverno sopraelevato alleggeriscono ulteriormente la massa unitaria. Gli interni, disegnati totalmente su misura, configurano ambienti di lavoro flessibili, sale riunioni e uffici dirigenziali.
Certificazioni da primato
NOI Techpark è il primo progetto in Europa e secondo nel mondo ad ottenere la certificazione Gold del protocollo LEED v4 ND Plan (for Neighborhood Development Plan), sviluppato dal Green Building Council. Il protocollo non considera soltanto i singoli edifici, bensì l’intero quartiere, e valuta i progetti per la loro sostenibilità partendo dai materiali di costruzione fino alla qualità della vita nell’area. Anche per i fruitori del parco, coinvolti costantemente nel processo di pianificazione, è infatti percepibile l’elevata sostenibilità della progettazione. Tutti gli edifici sono collegati tra loro da percorsi pedonali, e l’area verrà presto animata non solo da numerosi negozi, ma anche da una ricca offerta gastronomica, sportiva e culturale.
La prestigiosa certificazione LEED, oltre a conferire ulteriore qualità al complesso, è un coronamento che si integra perfettamente con la filosofia delle aziende e delle istituzioni che qui trovano sede e che contribuisce a rendere la zona ulteriormente attrattiva per nuove giovani realtà.
Scheda Progetto
Realizzazione: NOI Techpark
Anno: 2018
Volume: 201.480 m3
Committente: Business Location Südtirol - BLS SPA
Progetto architettonico: Claudio Lucchin & Architetti Associati
Chapman Taylor Italia
Direzione lavori: Claudio Lucchin
Sistemi per l’involucro trasparente: Schüco Italia
Facciate: Schüco FW 50 SI SG
Apribili: Schüco AWS 114 SI SG
Sviluppo e installazione Base S.p.a. Bassano Serramenti e Metall Ritten