Anche se c’è ancora molta strada da fare per percorrere la direzione del “packaging free”, aziende e consumatori stanno aumentando la loro eco-consapevolezza. L’idea è quella di incoraggiare gli utenti a responsabilizzarsi maggiormente, soprattutto nelle abitudini quotidiane, e fare la loro parte nella lotta contro i rifiuti nocivi per il pianeta.
Le bottiglie di plastica, per esempio, impiegano 1000 anni per decomporsi in una discarica, e più della metà di esse viene utilizzata una volta sola. Il designer islandese Ari Jónsson ha creato una bottiglia biodegradabile dalla lavorazione delle alghe, che inizia a disintegrarsi una volta vuota.
Questo approccio, iniziato nel mondo del food, sta prendendo piede anche nel settore beauty. La tendenza è l’incremento dell’eco-design: Zero Waste Australia ha fatto del “no plastic” uno dei propri capisaldi, commercializzando prodotti 100% naturali e in contenitori di vetro da restituire dopo l’uso. Le etichette sono anch’esse biodegradabili.
Anche il noto marchio di bellezza Lush ha lanciato un approccio innovativo per sensibilizzare ad un futuro senza plastica: il Naked Shop in via Torino a Milano, è un negozio dove i prodotti vengono venduti “nudi”, eliminando completamente l’imballaggio.
Da segnalare anche la bio-plastica biodegradabile al 100% di Pai Skincare o chi cerca plastiche di origine vegetale per i propri packaging, come L’Erbolario, che da qualche tempo li realizza in Polietilene Green (un derivato della canna da zucchero) e in Green Pet, prodotto per il 30% da fonti rinnovabili.
La ricerca di soluzioni per l’utilizzo responsabile delle risorse del pianeta è uno dei capisaldi dell’edilizia contemporanea, impegnata concretamente non solo contro la scarsità di materie prime disponibili, ma anche contro i crescenti problemi legati all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. Oltre alla dispersione energetica degli edifici, negli ultimi anni un’attenzione sempre maggiore viene data anche alla qualità dell’aria interna delle strutture, al fine di incrementare la salubrità di abitazioni, uffici pubblici e locali commerciali in cui la maggior parte della popolazione trascorre ormai l’80-90% del proprio tempo.
Poiché tra le fonti di inquinamento dell’aria interna vengono spesso presi in considerazione i materiali da costruzione, i sistemi di aerazione, gli arredi e le loro finiture, appare evidente come possa fare la differenza la scelta di pavimenti e rivestimenti che garantiscano un ambiente qualitativamente più sano e sicuro.
L’impegno di Woodco nei confronti della salubrità dei propri pavimenti e del benessere dell’uomo è testimoniato dalla costante attenzione nella scelta di materiali e di prodotti sicuri ed ecologici. “Per garantire i più alti livelli di comfort abitativo, crediamo sia indispensabile preservare al massimo la naturalezza del legno e porre quindi assoluta attenzione ai processi produttivi, alle lavorazioni e ai materiali impiegati per le finiture”, afferma Gian Luca Vialardi, direttore generale di Woodco.
I parquet Woodco, infatti, non emettono sostanze nocive e, grazie alle finiture con oli naturali (tra cui il pregiato olio-cera Osmo) e all’utilizzo di vernici senza solventi, risultano atossici e sicuri per l’uomo, come certificato da importanti laboratori italiani accreditati. Oltre a questo, le certificazioni FSC® (Forest Stewardship Council®) e PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) garantiscono che l’approvvigionamento delle materie prime avvenga sempre nel pieno rispetto delle norme relative alla responsabilità forestale, a tutela della biodiversità.
“Il consumatore negli anni si è evoluto – continua Vialardi – riconoscendo come valore irrinunciabile la sostenibilità ambientale e orientando le proprie scelte verso prodotti salubri ed eco-friendly: scegliere un parquet Woodco per la propria casa significa far entrare nella propria vita il calore e l’accoglienza di un pavimento non solo naturale, ma anche rispettoso dell’ambiente e, soprattutto, della salute dell’uomo”.