Goodwill News

Goodwill News (50)

“Il cibo senza glutine non è goloso”, “il cibo senza glutine è duro e secco”, “il cibo senza glutine non ha nessun sapore”… Capita spesso di sentire frasi di questo tipo, ma non sono affatto vere: se si sceglie bene, gluten-free non vuol dire gnam-free! 

Per dimostrarlo, abbiamo coinvolto oltre 70 influencer e blogger gluten-free, invitandoli ad assaggiare in anteprima i nuovi Muffin e i nuovi Plumcake firmati Schär. Siamo partiti dalla loro principale caratteristica, ovvero la morbidezza, e abbiamo ideato e sviluppato uno storytelling mirato a esaltarla con leggerezza e ironia. Nello specifico, abbiamo candidato Muffin e Plumcake agli “Oscar della morbidezza”, e predisposto l’invio di una box speciale, contenente non solo i prodotti, ma anche un cuscino con illustrazioni realizzate ad hoc. Per un vero e proprio tuffo nella sofficità.

Anche questa volta, la community gluten-free ha risposto con entusiasmo: tra post, reel e stories, sono stati realizzati centinaia di contenuti con un solo obiettivo, ovvero aiutare Schär a smantellare i tanti e radicati pregiudizi sul senza glutine. 

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  • Sottotitolo Abbiamo coinvolto oltre 70 influencer e blogger gluten-free, invitandoli ad assaggiare in anteprima i nuovi Muffin e i nuovi Plumcake firmati Schär.

Il gruppo ADLER Spa Resorts & Lodges è approdato in Sicilia: inaugurato a luglio, l’eco-resort sorge sulla costa agrigentina, nei pressi della Riserva Naturale di Torre Salsa, tra macchia mediterranea, sabbia dorata e mare turchese. Un’oasi di pace e benessere, che fa del rispetto e del legame con il territorio il suo punto di forza: la struttura è stata infatti progettata e costruita secondo i principi dell’architettura sostenibile, nell’ottica nella massima integrazione paesaggistica e dell’impiego di materiali naturali e locali.

Da diversi anni al fianco di ADLER, noi di Goodwill PR ne abbiamo curato le attività di relazioni pubbliche anche per questa nuova, entusiasmante sfida, occupandoci della produzione dei contenuti e della gestione dei rapporti con i media, sempre in sinergia con la strategia di marketing del gruppo. Il nostro lavoro ha avuto inizio con un anno di anticipo rispetto all’apertura dell’ADLER Spa Resort SICILIA e ha portato a risultati importanti – sia per la quantità che per la qualità delle pubblicazioni, a livello locale e nazionale, su testate offline e online – che hanno contribuito a massimizzare la visibilità del gruppo e quella del nuovo resort.

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  • Sottotitolo Un’oasi di pace e benessere, che fa del rispetto e del legame con il territorio il suo punto di forza.

Per celebrare il suo centesimo anniversario, Schär ha dato il via a diverse iniziative per promuovere la biodiversità. Tra queste, un campo virtuale dove ognuno ha la possibilità di piantare il proprio seme, accompagnandolo a un breve messaggio di speranza per il futuro. Per ciascuno, Schär – insieme all’organizzazione internazionale Crop Trust – conserva una coltura per un altro anno.

Per lanciare il progetto, noi di Goodwill PR abbiamo coinvolto oltre 70 blogger e influencer gluten free. Abbiamo inviato loro una box davvero inedita, contenente alcuni dei semi di cereali e pseudo-cereali usati nei prodotti firmati Schär, pronti per trasformarsi in rigogliose piante. Ma soprattutto li abbiamo invitati a condividere l’importanza della biodiversità con le loro community, affinché il passaparola permetta di far germogliare quanti più “semi per il futuro” possibile.

Tra post e storie sulle diverse piattaforme social, i contenuti realizzati dai content creator sono stati tantissimi e hanno ottenuto ottimi risultati, sia in termini di copertura che di engagement rate, contribuendo al successo dell’iniziativa: ad oggi, sul sito di Schär sono stati piantati oltre 3.350 desideri.

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  • Sottotitolo L'ecosostenibilità sta ispirando anche il settore beauty: plastic free e no packaging le tendenze principali.

Sinonimo di eccellenza nel settore dell’ortofrutta, Ortoromi è una Società Cooperativa Agricola tra i primari player italiani nel mercato delle insalate già lavate, delle zuppe e dei piatti pronti, e degli estratti freschi di frutta e verdura. Grazie alla propria filiera corta e controllata l’azienda garantisce prodotti di alta qualità, naturali, freschi e sicuri, che rispettano i principi della sostenibilità autentica.

Proprio per diffondere questi concetti chiave Ortoromi ha avviato una collaborazione con GoodwillPR – storica agenzia del Triveneto con un consolidato expertise nel settore Food – con l’intento condiviso di aumentare la notorietà del marchio nel panorama nazionale e divulgare i valori aziendali attraverso specifiche iniziative di coinvolgimento dei target. L’agenzia si occuperà dell’attività di media relations e della creazione di contenuti volti a raccontare tutte le sfaccettature che compongono l’anima della cooperativa: dalla filiera corta e controllata alla selezione foglia per foglia, dalla qualità certificata alle caratteristiche organolettiche dei prodotti.

La nuova collaborazione con Ortoromi conferma il piano di crescita di GoodwillPR nei settori Food e Lifestyle, già confermata dai nuovi incarichi di importanti aziende tra cui Dr. Schär – leader internazionale nel mondo del gluten free – e Bergader, azienda di riferimento nella produzione di formaggi a pasta molle.

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  • Sottotitolo Con l’obiettivo di aumentare la notorietà del marchio e divulgare i valori della cooperativa, Ortoromi ha scelto GoodwillPR per le proprie attività di relazioni pubbliche.

È stato un percorso naturale quello che ha condotto Schär nel senza glutine biologico. Da sempre l’azienda altoatesina ha l’obiettivo di migliorare la vita delle persone con esigenze alimentari specifiche, attraverso la ricerca costante delle migliori materie prime per rendere i prodotti il più possibile buoni, da ogni punto di vista: buoni a livello gustativo, buoni per il benessere dell’organismo e buoni perché tutelano l’ambiente.

Ricchi di gusto e varietà di sapori, i prodotti della linea Schär BIO sono preparati con materie prime eccellenti da agricoltura biologica, naturalmente senza glutine: cereali, pseudo cereali e frutta secca, contenenti sostanze vitali e preziose fibre, utili al benessere dell’organismo.

Assaggiarli è forse il modo più immediato per capirne la bontà: così abbiamo predisposto la creazione di una box degustazione, inviata a blogger e influencer legati al senza glutine, e a giornalisti dell’ambito food!

 

Oltre ai prodotti, nel kit c’era un’altra sorpresa: Schär ha regalato ad ognuno un albero! L’azienda ha infatti aderito al progetto Treedom, l’unica piattaforma web al mondo che permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online. Perché la salute delle persone va di pari passo con quella dell’ambiente.

I risultati di questa operazione sono stati maggiori di quelli attesi: unire il lancio di una linea di prodotti ad un’iniziativa benefica è infatti una modalità utile, sia per aumentare la reputazione dell’azienda presso i consumatori, sia per avere ulteriori chiavi di notiziabilità sui media!

 

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  • Sottotitolo Schär lancia la linea BIO: Al suo fianco Goodwill PR per la divulgazione attraverso gli web creators

Attivi, attenti, curiosi e consapevoli: i consumatori di oggi vogliono conoscere il mondo valoriale del brand, sapere cosa c’è dietro il prodotto o il servizio e misurano la credibilità di un’azienda attraverso quello che racconta di sé.

La modalità comunicativa diventa strategica per creare valore: investire in contenuti attendibili e di qualità, cambiare punto di vista e focalizzarsi sulle esigenze espresse e latenti del pubblico divengono aspetti sempre più prioritari ai fini della fidelizzazione dei target e dell’ampliamento del bacino potenziale.

In risposta al cambiamento attuale, noi di Goodwill PR abbiamo individuato e proponiamo un nuovo approccio ispirato alle tecniche del brand journalism e dello story-telling, ma in grado di potenziarne l’efficacia: il metodo dei ”Brand value reporter”.

La nostra mission di brand value reporters è volta a interpretare le esigenze di informazione, di approfondimento o di chiarimento dei vari target; dopo una fase di ascolto e sintonizzazione, andiamo alla ricerca di storie uniche, che meritano di essere raccontate e le trasformiamo in news, racconti, aneddoti, testimonianze, eventi, esperienze; le narriamo in modo autentico e credibile e prediligiamo un linguaggio semplice ma peculiare. Rispondiamo in tempi rapidi e con precisione alle diverse e mutevoli esigenze dei molteplici interlocutori, ci impegniamo a leggere l’evoluzione del mercato, delle tendenze e degli interessi dei target del brand, proponiamo con proattività soluzioni nuove, ricerchiamo e creiamo condizioni di visibilità grazie alle forti relazioni personali.

Potenti, espressive, inconsuete, ma anche sempre reali e verificabili, le nostre narrazioni sanno appassionare, coinvolgere, arricchire, informare o emozionare i fruitori; in questa attività, non perdiamo mai di vista le strategie di marketing dell’azienda ed il positioning del brand. Differenziamo ogni narrazione del brand da quella di ogni marca concorrente; poi la concretizziamo e adattiamo a tutti i canali e a tutte le tipologie di pubblico dell’azienda.

Le potenzialità del nostro metodo sono infinite: se le novità rimangono fondamentali per creare interesse nel consumatore e in una chiave di notiziabilità verso il giornalista, c’è altresì tutto un mondo che ruota intorno al brand fatto di storia, di filiere, di ricerca e innovazione, di valori, di visioni, di persone e competenze, di iniziative e di progetti; un mondo che non vediamo l’ora di esprimere e valorizzare, utilizzando in modo creativo, esclusivo, personalizzato e originale idee, parole, immagini e video.

Non c’è un settore o un’attività di comunicazione in cui non possiamo agire da brand value reporters: questo metodo trasversale è valido nelle attività di PR, Digital PR, Social media marketing e Influencer marketing, ma anche nell’organizzazione di eventi o per gli strumenti della comunicazione diretta. Con il vantaggio di diventare custodi dell’identità del brand su ogni canale, mantenendone la coerenza ed il rispetto dei valori.

Noi pensiamo che affidarsi ad una narrazione di marca di qualità sia un’opportunità per i brand di ogni settore: ti possiamo aiutare a divenire riferimento autorevole o rafforzare il ruolo, nei tuoi specifici ambiti di competenza.

Sei pronto a provarne l’efficacia?

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  • Sottotitolo Attivi, attenti, curiosi e consapevoli: i consumatori di oggi vogliono conoscere il mondo valoriale del brand, sapere cosa c’è dietro il prodotto o il servizio e misurano la credibilità di un’azienda attraverso quello che racconta di sé.

Così Schär, leader europeo del senza glutine, ha scelto di stare vicino ai propri utenti durante il lockdown con una nuova iniziativa di digital pr di elevato coinvolgimento. Niente coinvolge più delle emozioni. Così abbiamo scelto la via del cuore, ed è proprio con le emozioni che siamo riusciti a motivare e coinvolgere blogger e influencer qualificati, ottenendo una risposta sopra le aspettative!

           

In coerenza con la strategia e gli obiettivi del brand, abbiamo inviato alle blogger una box di farine e pasta per creare tante ricette e sfidare a suon di creatività i propri follower; unendo l’obiettivo di dare maggiore visibilità al brand con quello di divulgare contenuti utili per le persone a casa. Su 55 box inviate, abbiamo raggiunto oltre 355.000 contatti e interazioni tre volte superiori al benchmark.

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  • Sottotitolo Così Schär, leader europeo del senza glutine, ha scelto di stare vicino ai propri utenti durante il lockdown con una nuova iniziativa di digital pr di elevato coinvolgimento.

Gibus ha scelto anche la televisione per la campagna televisiva dedicata alla pergola bioclimatica, fiore all'occhiello della propria gamma prodotti. In onda nel mese di maggio sulle principali reti a livello nazionale, lo spot televisivo cattura l’attenzione puntando sulle emozioni. La pergola bioclimatica è qui infatti protagonista di una narrazione visiva, ad alto impatto estetico, in cui ad essere raccontate non sono solo le perfomance – dall’automazione delle lame per creare il microclima più adatto alla presenza di LED per utilizzare la struttura anche di notte – ma più ancora il “vivere” legato alla pergola.

 

“Abbiamo voluto creare un cortometraggio in cui gli spettatori potessero riconoscersi, che riuscisse a coinvolgerli direttamente - afferma Alberto Boggian, Direttore Marketing della nota azienda - Abbiamo così scelto di ambientare sotto la pergola alcuni attimi di quotidianità che fanno parte dell’esperienza di ognuno di noi, che sono in un certo senso archetipi della vita in famiglia. Il nostro obiettivo è da sempre proporre soluzioni tecnologicamente avanzate, funzionali, contemporanee dal punto di vista del design ma al contempo emozionanti, accoglienti, entusiasmanti, in quanto teatro di vita; il nuovo spot esprime esattamente questo, raccontando in maniera vivida e concreta tale concetto. In calce al film, il claim ‘Pergola dolce Pergola’, utilizzato anche nelle nostre precedenti produzioni, crea continuità con la comunicazione degli anni scorsi e, evocando l’analogia con l’ambiente casa, sintetizza efficacemente il concept che sottende la narrazione”. Proposta in tre versioni – da 30, 15 e 10 secondi – e realizzata da Quasar Multimedia, la campagna televisiva Gibus è andata in onda su Sky TV già ad aprile e sarà trasmessa nelle prime tre settimane di maggio anche da RAI. “Il messaggio scelto per la televisione – conclude il Direttore Marketing dell’azienda – è stato opportunamente declinato anche per la stampa e, nel corso dell’anno, la nostra creatività comparirà su importanti testate cartacee e online”.

Per guardare lo spot in versione integrale, clicca qui.

 

 

 

 

 

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  • Sottotitolo In onda sui canali RAI e Sky, il nuovo spot televisivo realizzato da Gibus racconta la pergola bioclimatica in chiave di vissuto emozionale.

Riscoprire una cucina semplice, ma gustosa: è questo l’obiettivo del nuovo progetto di Bergader, storica azienda casearia, che vuole accompagnare i propri clienti nella creazione di piatti con ingredienti facilmente reperibili nel frigorifero di ogni famiglia. Per fare questo, Bergader ha prodotto 20 videoricette trasmesse in onda su La7 e La7d (dal 5 aprile in poi), in collaborazione con il noto chef Riccardo De Pra, che suggeriscono un uso creativo dei propri formaggi.

I video – della durata di 1 minuto l’uno – sono ambientati nella piccola cucina di una casa di montagna, luogo che sicuramente valorizza i sapori su cui si basa la filosofia Bergader. Lo chef racconta in modo spiritoso e sintetico i passaggi per la preparazione di pietanze che ben abbinino i formaggi Bergader a prodotti freschi e comuni.

 Le videoricette sono raccolte nel canale Youtube di Bergader, clicca qui per visualizzarle

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  • Sottotitolo Un’iniziativa speciale che vuole raccontare un lato più “casalingo” della cucina stellata, in un momento in cui tutti siamo a casa e abbiamo più tempo per dedicarci ai fornelli.

Secondo i Consulenti del Lavoro, sono ben 8,2 i milioni di lavoratori che possono adempiere alla propria attività da casa. Prima dell’emergenza Covid-19 erano appena 570mila in Italia che usufruivano di questa modalità “agile” (fonte: Politecnico), ma da marzo in poi si registra un +554.754 di nuovi smart workers (fonte: Ministero del Lavoro) che ha comportato un aumento del traffico dati dalle abitazioni di +20-50%. Ecco cosa ne pensiamo noi.

 

 

Le attività si spostano “online”

In questi giorni di emergenza, gestiti in smart working, il confronto coi clienti è stato intensissimo. Molte aziende hanno sopperito alle complessità del momento, comunicando maggiormente, soprattutto alla propria rete commerciale, e attivando iniziative online, prima non avvertite come necessarie. Ci hanno dunque spesso coinvolti, in termini non solo esecutivi ma strategici, e il fatto di supportare le aziende a livello di comunicazione, in un momento simile, mi ha portato a cogliere ancor più spessore e concretezza nel lavoro che svolgiamo.

Federica, Editorial relations manager

Rivalutare la versatilità della propria professione e abbracciare il cambiamento                                                                  

In questa situazione in cui tutti gli attori hanno dei ritmi meno frenetici, ci riappropriamo dell’importanza del tempo del pensiero, usufruendo di nuovi momenti proficui, utili a riflettere minuziosamente sulle scelte fatte e da farsi e sulle attività nuove. Operativamente, lavoriamo in condizioni di silenzio e concentrazione ideali per offrire ancor più valore alle aziende che seguiamo: per proporre lo sviluppo di contenuti tematici più inconsueti, per ridare centralità alla parola, scegliendo vocaboli ancor più mirati nel raccontare l’unicità dei brand, per esplorare nuove opportunità editoriali e di visibilità digitale, per estendere le relazioni con nuovi giornalisti free lance o esperti di varie discipline, avviando uno scambio reciproco di preziose informazioni. È il momento in cui personalmente ho avuto la conferma di fare uno dei lavori più appassionanti esistenti, un lavoro in costante evoluzione, che può mutare in funzione delle necessità o delle criticità del momento.

Giada, Editorial content manager

Minor stress ma confronti meno diretti

La trovo una buona soluzione per conciliare vita/lavoro - ogni tanto - senza contare lo stress che affrontavo ogni giorno per arrivare in ufficio con il traffico: questo mi comporta minore stanchezza mentale. Il contro è che non c’è un confronto diretto tra i collaboratori: è dalla discussione e dallo scambio di opinioni che nascono nuove idee, stando fisicamente in agenzia è sicuramente più semplice.  

Giulia, Editorial content manager & Digital pr

Un’opportunità per il futuro di molte aziende

Senza dubbio, una cosa certa di questa situazione è che tante aziende si stanno accorgendo che lo smart working non è da demonizzare, anzi, è una grande opportunità per chi lavora al computer, che può vivere una vita meno legata al rigore degli orari d'ufficio. Chissà, magari in un prossimo futuro le aziende accoglieranno un mix di smart working e di ufficio, un modo di lavorare più flessibile che assicura il contatto umano tra le persone - magari con alcuni incontri settimanali per riunioni o altro - e allo stesso tempo amplia le libertà dei dipendenti (cosa che secondo me aumenta la serenità e la produttività). 

Giulia, Content & Media relations

Bisogna fare di necessità virtù

È una modalità di lavoro del tutto nuova per noi e personalmente non avrei mai pensato che avrebbe funzionato così bene.  Non credo che lo smart working totale e forzato come quello che stiamo vivendo sia applicabile sul lungo periodo, ma sicuramente ci ha spronato a muoverci in un territorio sconosciuto per noi, e questo sarà sicuramente un valore aggiunto in futuro.

Laura, Editorial content manager

Lo smart working non è adatto a tutti

Sono una grande sostenitrice dello smart working: l’autodeterminazione dell’organizzazione del tempo e delle priorità del proprio lavoro sono un incredibile vantaggio, in termini di qualità e ottimizzazione del lavoro. Se è vero che nel lavoro di redazione di un testo o di organizzazione del materiale la dimensione domestica concede la giusta concentrazione, ho riscontrato una dilatazione temporale in alcune video riunioni che, se fatte fisicamente, si sarebbero concluse in modo più risolutivo. Lo smart working non è per tutti o, per lo meno, un passaggio così drastico ha trovato impreparati alcuni. Un’ultima nota, dal taglio ancora più personale, è che l’home office con le scuole chiuse complica incredibilmente la vita.

 Michela, Content & Media relation

Conta sempre l’obiettivo

Lo smart working sposa perfettamente il moderno concetto di comunicazione. Richiede abilità e organizzazione, ma è la tangibile dimostrazione che nel lavoro fondamentale non è il processo ma l'obiettivo.

 Eleonora, Content specialist

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  • Sottotitolo Se ne sentono tante in merito all'efficacia del lavoro da remoto, ecco quali sono le nostre opinioni.

La nostra azione di agenzia PR si basa sullo sviluppo di strategie in cui la conoscenza personale dell’influencer è fondamentale. La nostra è una scelta ben precisa e ricade su influencer che abbiano un gran credito presso i propri follower, che condividino e partecipino coerentemente al progetto quasi come un ambassador. Non selezioniamo voci generaliste, ma valorizziamo quelle specifiche, “amiche” della loro community. I numeri sono a volte più contenuti, ma la qualità e l’efficacia ne traggono un vantaggio enorme.

Ne sono l’esempio le due più recenti operazioni che abbiamo intrapreso con il coinvolgimento di influencer, entrambe dedicate al mondo del food.

1. "La mia vita gluten free"

Abbiamo ricercato e intervistato per Schär sette personaggi molto diversi tra loro per stile e passioni, accomunati dalla celiachia, per raccontare la propria vita e testimoniare come sia possibile convivere con questa patologia in totale serenità! Da questo è nato un contest video che ha coinvolto tutta la community social dell’azienda leader del gluten free. 

2. “Vado a vivere in montagna”

Bergader in collaborazione con Cairo era alla ricerca di otto foodblogger/influencer da inserire in un nuovo format televisivo, una food comedy in onda su La7d. Abbiamo quindi messo in piedi un casting con una selezione di profili dai nostri contatti, gestendo poi tutte le attività relative.

 

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  • Sottotitolo La qualità è migliore e più efficace della quantità, soprattutto quando si parla di influencer.

Alimentazione salutare di qualità e un nuovo ritorno alle origini, queste le tendenze sulle tavole degli italiani ma non solo. Consapevolezza, ambiente e sostenibilità: sono le parole chiave che stanno caratterizzando oggi le scelte alimentari.

I nostri stili di vita ci stanno conducendo sempre più alla ricerca di cibo sano, fatto di elementi “primitivi” ed autentici. Un trend trasversale che coinvolge tutto il mondo food, ma che ben si valorizza nei prodotti di origine vegetale, dai semi, alle radici ai frutti. Vediamo alcuni esempi che ci arrivano direttamente dall’America e che stanno diventando un vero e proprio punto di riferimento per gli indirizzi d’acquisto globali.

Bacche di maqui, un potente alleato del cuore

Proveniente dalle aree montane tra Cile e Argentina, il maqui (Aristotelia chilensis) produce bacche simili a quelle di goji e di acai. L’immissione di questo frutto sul mercato mondiale è dovuta alle straordinarie proprietà antiossidanti (è considerato uno dei cinque alimenti antiossidanti per eccellenza) che aiutano la regolazione del tasso glicemico.

 

Barbabietola Detroit contro l’ipertensione

Conosciuta anche come rapa rossa, la barbabietola (Beta vulgaris) ha elevate proprietà antiossidanti, antiproliferative e antinfiammatorie. La Detroit è statunitense, di forma tondeggiante, e presenta una buccia di colore scarlatto e polpa rosso intenso. Coltivata in Italia è invece la Red Ace dal tubero rosso brillante e il fogliame verde venato di rosso.

 

Per i veri sportivi: i semi di chia

Ricchi di calcio (ne contengono più del latte!), omega3 e vitamina C, questi semi sono un prezioso super alimento, utilissimi per gli amanti del fitness grazie alla consistente presenza di minerali. Derivano da una pianta erbacea (Salvia Hispanica) della stessa famiglia della menta, coltivata in origine in centro e sud America.

 

 

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  • Sottotitolo Uno stile di vita che si basa sulla riscoperta dei sapori autentici e della semplicità.

Anche se c’è ancora molta strada da fare per percorrere la direzione del “packaging free”, aziende e consumatori stanno aumentando la loro eco-consapevolezza. L’idea è quella di incoraggiare gli utenti a responsabilizzarsi maggiormente, soprattutto nelle abitudini quotidiane, e fare la loro parte nella lotta contro i rifiuti nocivi per il pianeta.

Le bottiglie di plastica, per esempio, impiegano 1000 anni per decomporsi in una discarica, e più della metà di esse viene utilizzata una volta sola. Il designer islandese Ari Jónsson ha creato una bottiglia biodegradabile dalla lavorazione delle alghe, che inizia a disintegrarsi una volta vuota.

 

Questo approccio, iniziato nel mondo del food, sta prendendo piede anche nel settore beauty. La tendenza è l’incremento dell’eco-design: Zero Waste Australia ha fatto del “no plastic” uno dei propri capisaldi, commercializzando prodotti 100% naturali e in contenitori di vetro da restituire dopo l’uso. Le etichette sono anch’esse biodegradabili.

 

Anche il noto marchio di bellezza Lush ha lanciato un approccio innovativo per sensibilizzare ad un futuro senza plastica: il Naked Shop in via Torino a Milano, è un negozio dove i prodotti vengono venduti “nudi”, eliminando completamente l’imballaggio. 

 

Da segnalare anche la bio-plastica biodegradabile al 100% di Pai Skincare o chi cerca plastiche di origine vegetale per i propri packaging, come L’Erbolario, che da qualche tempo li realizza in Polietilene Green (un derivato della canna da zucchero) e in Green Pet, prodotto per il 30% da fonti rinnovabili.

 

 

 

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  • Sottotitolo L'ecosostenibilità sta ispirando anche il settore beauty: plastic free e no packaging le tendenze principali.

L’home interior 2020 punta tutto sul fascino dell’imperfezione in fatto di pavimenti e rivestimenti. Realizzate con resine, materiali compositi o naturali, le superfici si esaltano al tatto e vestono tutti gli ambienti della casa. Parola ai design lovers: l’effetto loft piace moltissimo e detta tendenza.

Gres, ceramica, legno, effetto cemento: ecco alcuni esempi che abbiamo selezionato.

Raw di Atlas Concorde
La collezione Raw è il perfetto mix tra eleganza e carattere industrial: l’intonaco viene interpretato come una materia stratificata che conferisce alle pareti sfumature e contrasti ed un inconfondibile mood naturale.

 

 

Form di Ceramica Sant’Agostino
Ispirato al cassero in cemento, Form è una superficie in gres porcellanato effetto cemento capace di infondere all’architettura contemporanea tutto il fascino di un contesto industriale.

 

Ground di Woodco
Ground utilizza il legno nella sua versione più pura per dare vita a superfici inedite. È una collezione di parquet materici e autentici che trasformano la potenza della natura in una vera esperienza sensoriale.

 

Plant di Ceramiche Refin
Inedito materiale ibrido di matrice industriale, Plant si configura come un legno-cemento dal gusto délabré e dalla spiccata connotazione contemporanea. Le evidenti scalfiture superficiali, i segni di usura e i particolari colori scelti per la palette confermano quell’immaginario underground a cui la collezione è ispirata.

 

 

 

Immagine di copertina: Raw di Atlas Concorde

 

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  • Sottotitolo Una nuova idea di superficie dove è la matericità ad essere valorizzata: finiture industrial ricoprono pareti e pavimenti delle case di tendenza.

Durante la nostra visita a Progetto Fuoco, abbiamo individuato una tendenza ben definita: la grande attenzione allo sviluppo di prodotti “smart”. La maggior parte delle stufe a legna o a pellet è dominata dal trend del calore intelligente, gestibile attraverso wifi, app o da remoto. La tecnologia conquista così il mondo dei sistemi di riscaldamento.

Una fiera interessante, ricca di novità task-oriented, ecco quelle che abbiamo selezionato.

Ermetica di Anselmo Cola
Dal 1963 Anselmo Cola propone sul mercato funzionalità e design, strizzando l’occhio all’innovazione. Ne è la perfetta dimostrazione l’equipaggiamento Wi-Fi Darwin Evolution di cui è dotata la stufa a pellet Ermetica, che permette di gestire da remoto la stufa tramite lo smartphone. Darwin Communication è l’app di Cola che consente di controllare in modo intelligente le funzioni ed essere informati in tempo reale sullo stato dell’apparecchio. 

 

Lila di Kalon
Kalon è smart: per usufruire del controllo da remoto è disponibile l’applicazione KALON 4HEAT, un software facile ed intuitivo che consente il controllo totale del prodotto stando fuori dall’ambiente domestico. Lila (Angelettiruzza design) è una stufa a pellet dalla grande personalità, totalmente gestibile tramite app.

 

Groove di MCZ Group
Groove è la prima stufa a pellet che include la tecnologia “Core”: il pellet brucia in modo ancora più pulito, con un abbattimento sostanziale delle polveri. La combustione è ottimizzata a tutte le potenze.

 

Vitoligno 200-s di Viessmann
L’azienda storica tedesca ha presentato novità prodotto in cui protagonista è proprio la tecnologia, con la possibilità di gestione da remoto al fine di diminuire gli sprechi e le spese. Un ottimo esempio è la caldaia a legna Vitoligno 200-S che gode di tutte le comodità del controllo da smartphone e tablet tramite App e l’accensione automatica, grazie alla quale la caldaia si accende in soli tre minuti.

 

 

 

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  • Sottotitolo Il trend del calore intelligente è protagonista nelle nuove proposte in fatto di termoregolazione.

Non è certo una novità, le carte da parati sono tornate a vestire le case in ogni stanza, dalla camera da letto, al bagno, alla cucina. Oltre ai motivi geometrici, al mood jungle e agli effetti 3D che hanno dominato gli scorsi anni, il 2020 porta una “nuova” tendenza, il Chintz.

Dall’Hindi chint, che significa “macchiato” o “variegato”, questo termine indicava originariamente una stoffa di cotone dipinta a mano e caratterizzata da disegni con fiori e altri elementi, in genere su sfondo neutro. Dal 19° secolo “Chintz” definisce lo stile di decorazione floreale su ceramiche, tessile e carte da parati.

 

Infuse, Inkiostro Bianco

 

The indian dance, Wallpepper

Non solo fiori, ma anche animali e motivi astratti e stilizzati: domina qui l’attrazione per i colori vibranti che diventano protagonisti dell’ambiente, per un trionfo di raffinatezza e vivacità dal sapore un po’ vintage.

 

Promenade, Inkiostro Bianco 

 

Canario, Instabilelab

 

Libeccio, Glamora

 

Farah diba, Ferruccio Laviani, Londonart

 

Nella foto di copertina: Bouquet, Wallpepper

 

 

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  • Sottotitolo Da complemento decorativo a vero e proprio elemento d'arredo: la carta da parati si riconferma protagonista anche nelle case del 2020.

I forni stanno assistendo ad una ripresa del mercato e il pane sta riacquistando popolarità all’interno della nostra società, che tende a ridurre i carboidrati. Anche nel mercato italiano sta riacquisendo sempre più un ruolo primario, non solo in casa ma anche nei ristoranti

 

In concomitanza con la rinascita di tradizioni, regole e rituali, l’ossessione per la salute sta creando un nuovo stile di vita per il consumatore del futuro, definendo tendenze di gusto “alternative”. Prima fra tutte è la scelta di farine vegetali che ben rappresentano il concetto di ultra-sano e concorrono alla ricerca del benessere.

Alcune senza glutine, altre molto proteiche e ideali per un regime vegetariano o vegano, vediamo quelle che prenderanno maggior piede nel 2020.

1. Farina di Teff
Nata dalla macinazione di minuscoli semi, deriva da un super cereale gluten-free originario dell’Etiopia. Ricca di vitamine, sali minerali e fibre, è un ottimo integratore naturale dalle eccezionali virtù nutritive.

 2. Farina di tigernut
Ottenuto dalla macinazione delle tigernut, noccioline spagnole di grande successo nel carpfishing, questo alimento dolce si presenta con una granulometria medio-fine e contiene un’elevata quantità di olio.

3. Farina di frutta o verdura
Banana, cavolfiore, platano invaderanno le nostre tavole per preparazioni sempre più “sperimentali”.

 

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  • Sottotitolo Per l’industria agroalimentare e i distributori la direzione è chiara: si è passati dal cibo come generatore di emozioni, al cibo come terreno di creatività e personalizzazione.

Siamo orgogliosi di annunciare la nostra nuova collaborazione con Gibus, player di riferimento, a livello globale, nel settore Outdoor Design di alta gamma per gli ambiti HO.RE.CA. e Residenziale. Con un know how di quasi 40 anni, l’azienda produce e commercializza soluzioni esclusive per vivere il sole tutto l’anno: dalle pergole impacchettabili alle pergole bioclimatiche, dalle tende da sole alle schermature zip.

 

 Realtà virtuosa che nel tempo ha fatto della comunicazione uno degli asset della propria inarrestabile ascesa, Gibus ci ha scelto per promuovere la cultura del sole. Con l’obiettivo di consolidare ulteriormente la propria brand awareness, sensibilizzare i diversi target di riferimento circa i nuovi orizzonti del vivere outdoor e trattare diffusamente il tema del benessere sostenibile, l’azienda ci ha affidato infatti le proprie attività di relazioni pubbliche (escluse quelle inerenti ai contenuti finanziari).

In particolare, ci dedicheremo a presentare la peculiare concezione dell’outdoor portata avanti da Gibus, nonché la capacità di quest’ultima di realizzare spazi esterni contemporanei ed emozionanti, accoglienti ma anche rispettosi dell’ambiente, in armonia con la natura e al contempo in grado di dialogare sapientemente coi volumi degli edifici circostanti; luoghi in cui abitare la luce che l’azienda ha chiamato Stanze del Sole.

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  • Sottotitolo Sinonimo di eccellenza nel settore Outdoor Design, Gibus è una PMI italiana altamente innovativa che progetta su misura, produce e commercializza soluzioni esclusive per vivere il sole tutto l’anno.

Secondo il report della società multinazionale statunitense Cognizant, nel 2025 assisteremo ad un’ulteriore evoluzione del settore dell’hospitality. I servizi saranno sempre più orchestrati dall’esperienza, dai cataloghi di offerte per i clienti fidelizzati ai suggerimenti personalizzati, analizzando ogni singolo potenziale ospite della struttura. 

Se vuoi che il tuo hotel sia al passo con i tempi e abbracci il futuro del mercato, questi sono i passaggi da tenere presenti:

1. Investi per conoscere i tuoi ospiti, quali sono le loro esigenze? L’industria dell’accoglienza ha fatto affidamento a lungo su programmi di fidelizzazione, ora è il momento di approfondire il percorso del cliente e l’art of experience. Lo stile di vita è al centro dell’attenzione: gli ospiti dell’hotel di oggi, sempre alla ricerca di interazioni, vogliono essere trattati secondo i propri gusti e le proprie abitudini.

2. Valuta le innovazioni che coinvolgono il mondo del lavoro. I costi della manodopera fissa sono i più onerosi per il tuo rendiconto finanziario, esamina le possibilità fornite dalla robotica e i servizi self-service, migliorando l’efficienza e la produttività senza compromettere l’esperienza customer centric. 

 3. Analizza il modo in cui raccogli i dati. La consegna di un’esperienza personalizzata si basa sulle informazioni che arrivano da soggiorni precedenti, dal riscontro sui social network e da come i touchpoint tracciano il customer journey.  

Parole d’ordine? Molteplicità, personalizzazione, inclusione. 

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  • Sottotitolo Trasformare l’esperienza del cliente integrando la tecnologia nella propria offerta: è questo il futuro dell’ospitalità.

Si è appena conclusa l’edizione 2020 di HOMI, il salone degli stili di vita che ha presentato anche quest’anno le tendenze dell’abitare contemporaneo. Comprendere i trend attuali per anticipare i desideri futuri, questo è lo scopo di HOMI. Quattro quelli da tenere d’occhio:

1. LA BELLEZZA DEL DESIGN ECO-FRIENDLY

Materiali riciclati e riciclabili, riutilizzo di oggetti, uso degli scarti di lavorazione: sì, il design diventa ancora una volta un’esperienza green, ma con creatività. Una nuova sensibilità che sta cambiando le nostre abitudini di consumo spopola anche nell’home decoration. Tra le novità più interessanti, è sicuramente la shopper colorata di Reisenthel – Gift company creata dalla trasformazione di 11 bottiglie di plastica. 

 

 

2. IL FASCINO DELLO STILE RUSTICO

Nostalgia per l’anticato in un perfetto mix tra country e shabby chic: torna in auge l’atmosfera morbida e confortevole della casa di campagna. Colori tenui e pastello e materiali grezzi (legno e metallo) sono portavoce di un mood romantico e originale.

3. ITALY, MY LOVE

Il Belpaese è da sempre sinonimo di gusto estetico ed eleganza. Un modo di vivere unico che riscopre la grande maestria artigiana del vetro e delle ceramiche di qualità e delle lavorazioni tessili.

4. BLACK IS THE NEW BLACK 

L’assenza di colore che diventa colore: il nero tinge posate dalle linee moderne, accessori per la cucina e per la casa, ma anche le profumazioni. 

 

Photo credit: HOMI Milano

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  • Sottotitolo Proposte innovative che seguono un approccio “made&emotion” e rendono protagonista il mondo casa e le sue declinazioni.

L’opinione del consumatore, oggi più che mai nell’era della comunicazione digitale, è fondamentale per un brand. Conoscere il parere delle persone su un proprio prodotto, infatti, è il modo più diretto per migliorarne l’offerta. In particolare, per quei prodotti nel settore food dedicati a chi deve seguire una dieta legata a specifiche necessità nutrizionali.

Schär, il leader europeo del senza glutine, si impegna ogni giorno per conoscere il parere dei suoi consumatori, soprattutto durante il lancio di nuovi prodotti.

Uno dei progetti digital che abbiamo sviluppato per Schär è l’invio di alcuni loro prodotti a blogger e influencer selezionate di food e lifestyle con una cosa in comune: la celiachia. Lo scopo? Far parlare direttamente le blogger, per dare ai loro followers un’opinione sincera in merito alle novità gluten free lanciate da Schär, e dimostrare che si può condurre uno stile di vita sereno anche con disturbi legati al glutine. 

Nello specifico, in corrispondenza della presentazione di un nuovo prodotto, abbiamo ideato per ognuno strategia, tema d’ispirazione e un gadget per le blogger. Ci siamo occupati della relazione diretta con le influencer, del monitoraggio e dei report dell’intera attività, realizzata in coerenza con tutti i canali coinvolti.

Attraverso gli unboxing o post tematici siamo riusciti a far parlare del prodotto in modo spontaneo e coinvolgente, aumentando anche la visibilità del brand.

 

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“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”. Diceva così William Blake, poeta e pittore inglese. Aveva ragione. Gli esseri umani, sempre più stressati e civilizzati, iniziano a sentire sotto la pelle il richiamo primordiale della natura incontaminata. Tra i pascoli accade qualcosa che avevano dimenticato: si sentono di nuovo a casa e riscoprono la gioia di una vita che mette al primo posto la qualità della salute e la purezza delle materie prime.

Bergader, azienda leader dei formaggi erborinati con cui siamo lieti di collaborare, non ha mai dimenticato il suo amore per la montagna. Anzi, è il suo punto di forza. E proprio per riavvicinare l’uomo alla natura, ha ideato la prima food comedy italiana in collaborazione con Cairo Editore: “Vado a vivere in montagna”.

Goodwill PR non poteva che essere in prima fila per questo progetto ambizioso. Il nostro team si è occupato della redazione casting dei partecipanti: un lavoro di selezione lungo e impegnativo che da numerosi aspiranti ci ha permesso di arrivare alla scelta degli 8 partecipanti finali, quelli perfetti per il mood del programma. Inoltre, abbiamo messo in atto una strategia social completa sulla pagina Instagram dell’azienda, e abbiamo svolto tutte le attività di ufficio stampa e digital PR.

Vado a vivere in montagna: come funziona?

Nella location di Plois d’Alpago, in provincia di Belluno, gli 8 food blogger sono usciti dalla loro comfort zone per mettersi alla prova con la vera vita montanara. In 6 puntate, in onda dal 22 settembre al 27 ottobre ogni domenica su La7D, i partecipanti hanno affrontato diverse sfide a contatto con la natura, come coltivare l’orto, spaccare la legna o falciare il prato. Giudice e conduttore lo Chef Riccardo De Prà, che alla fine di ogni episodio ha preparato una ricetta appetitosa con il formaggio Bergader, per rifocillare i food blogger dopo le prove logoranti della giornata.

Il prossimo step è alle porte: dopo la scelta del vincitore, il nostro team accompagnerà i partecipanti in Germania nella sede di Bergader, per conoscere a fondo la realtà aziendale, la sua filosofia di vita e l’intera filiera di lavorazione.

In questi mesi di lavoro abbiamo conosciuto i food blogger, li abbiamo seguiti da vicino nelle loro avventure, ci siamo appassionati alle competizioni tra loro e ci siamo leccati i baffi più volte con la cucina di De Prà. Aiutarli a raccontare l’amore per la natura e il cibo genuino della montagna è stato come un respiro ad alta quota: rigenerante e istruttivo. Perché solo quando respiri l’aria pulita, ormai estinta nelle grandi città, capisci quanto faccia bene al corpo e allo spirito.

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  • Sottotitolo Per riavvicinare l’uomo alla natura, Bergader ha ideato la prima food comedy italiana in collaborazione con Cairo Editore
Giovedì, 13 Giugno 2019 07:13

Anche GoodwillPR segue la vena di montagna

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Siamo orgogliosi di annunciare la nostra nuova collaborazione con Bergader, storica azienda di riferimento nel settore dei formaggi erborinati.

La collaborazione ci vedrà impegnati nel miglioramento della brand awareness del marchio e nella valorizzazione della montagna come stile di vita, concetto largamente condiviso in agenzia!

Ci occuperemo di sviluppare la notorietà ed il valore del brand attraverso attività di ufficio stampa, digital PR e influencer marketing nel mercato italiano, e con il supporto dello storytelling ci rivolgeremo al consumatore finale per raccontare la montagna non solo come luogo fisico ma anche come gusto, attitudine e stile di vita, dopotutto la traduzione letterale di Bergader è ‘vena di montagna’.

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Giovedì, 06 Giugno 2019 12:09

I cookies abdicano in favore del contenuto?

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Il targeting comportamentale, tecnica usata da editori digitali e inserzionisti per aumentare l’efficacia di una campagna pubblicitaria, raccoglie, attraverso i celebri cookies, i dati sul comportamento e le preferenze degli utenti online usandoli per profilarli e sottoporli a pubblicità personalizzate. Questa strategia è stata la forza dominante nella pubblicità digitale degli ultimi anni, ma sembra non avere più futuro.

I dati di un recente studio sull’impatto della pubblicità comportamentale sui ricavi degli editori online dimostrano infatti che questi banner che ‘inseguono’ gli utenti nel web potrebbero non essere così efficaci.

Lo studio, dopo aver monitorato milioni di transazioni pubblicitarie di una grande azienda statunitense nel corso di una settimana, conclude che gli editori che abilitano i cookies ottengono solo il 4% in più di entrate rispetto a chi non lo fa, che tradotto significa un guadagno di 0,00008 dollari per banner.

Tutto questo, insieme ai recenti impedimenti normativi sulla protezione dei dati (GDPR 2018) e il proliferare di programmi che bloccano le pubblicità (solo in America dall’inizio dell’anno 75 milioni di utenti hanno abilitato gli ad blocker) ci fa ben pensare che è opportuno un ridimensionamento delle tecniche pubblicitarie digitali e che editori e creatori di contenuti dovrebbero evolvere e abbracciare il concetto: content is king.

I consumatori dopotutto vogliono contenuti personalizzati, tempestivi e con un valore aggiunto, e non campagne pubblicitarie aggressive che li seguono ovunque.

Il content marketing sostituisce l’annuncio tradizionale con contenuti che funzionano e attirano più facilmente l’attenzione degli utenti, il messaggio dell’inserzionista dovrà quindi essere accurato, informativo, semplice, divertente ed interattivo.

 

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  • Sottotitolo I cookies non convengono più, irritano gli utenti e illudono editori ed inserzionisti.  

Piccoli blogger, profili creativi seguiti da nicchie ben definite, utenti appassionati con numeri modesti ma alti livelli di engagement: sono i nanoinfluencer il nuovo trend in termini di influencer marketing. Sono individui con un ridotto numero di follower con cui, però, riescono ad interagire in maniera spontanea, creando reali rapporti di fiducia. Un aspetto da non sottovalutare per un’azienda alla ricerca di credibilità presso un determinato target, soprattutto se di nicchia: questi profili, infatti, seppur incapaci di generare il ROI di celebrità e macroinfluencer, riescono ad essere davvero convincenti, spesso generando curiosità e passaparola all’interno di community ridotte ma strategiche per l’azienda.

I vantaggi di approcciarsi a simili profili sono numerosi: sono più accessibili, più autentici e il loro seguito ridotto implica un minor costo di collaborazione, che spesso si traduce anche solo nell’invio di prodotti omaggio in cambio di post e contenuti sui loro canali. I numeri piccoli delle loro pagine, inoltre, fanno sì che i messaggi trasmessi penetrino e raggiungano praticamente tutta la fanbase, andando a “colpire” tutta la nicchia potenzialmente interessata al prodotto.

Per farla breve, rispetto agli influencer di fascia big, i nanoinfluencer consentono alle aziende di intraprendere azioni di marketing mirate su target specifici, senza necessità di budget elevati. Una vera risorsa, in grado rendere maggiormente credibile sia l’azienda che i suoi prodotti.

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  • Sottotitolo Puntare su piccole community ad alto livello di engagement piuttosto che su nomi importanti seguiti da grandi masse eterogene: il futuro dell’influencer marketing è tra i nanonfluencer.

Sì, con il brand journalism!

 

Da un paio di anni se ne parla, ma ancora poche aziende si sono affacciate a questo strumento. La verità è che in quest’era scandita da fake news, social ads e programmatic marketing l’utente ricerca attendibilità e credibilità. Vuole fidarsi del brand che sceglie: proprio a questo contribuisce il brand journalism, un nuovo modo di fare comunicazione che risponde alle stesse dinamiche del giornalismo tradizionale.

Le regole sono semplici: servono storie di valore, credibili e utili al lettore. Il brand jornalism è creare un universo di informazione legata al proprio brand e al settore economico di appartenenza, ma lontano da gerghi aziendali e con contenuti rilevanti sganciati da obiettivi tattici e commerciali.

Per chi ricerca strategie a lungo termine, il brand journalism può essere uno strumento non solo per fare brand awareness, ma anche per fondare un reale rapporto di fiducia con il consumatore!

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I video hanno sempre rappresentato uno strumento d’impatto nella comunicazione aziendale: ma come sono cambiati nel corso del tempo? Lontani da quelli che erano spot pubblicitari che sollecitavano un consumatore passivo, oggi, grazie anche all’avvento dei social media, i video hanno assunto un nuovo ruolo.

I consumatori sono consapevoli, esigenti e ricercano trasparenza: ecco che allora diviene fondamentale per il brand far conoscere la sua vera anima, i valori, le caratteristiche dei prodotti e le fasi della filiera. E non c’è strumento migliore per raccontare tutti questi aspetti se non il video storytelling.

Il video riesce a comunicare un concetto con immediatezza, contribuendo alla costruzione di una relazione di fiducia tra consumatore e brand, che sta alla base di qualunque processo di conversione e vendita.

È inoltre dimostrato che il cervello umano elabora le informazioni visive 60 mila volte più velocemente delle parole e che una campagna basata sui video è in grado di aumentare di ben 6 volte le conversioni e fino al 512% il coinvolgimento degli utenti.

Quindi, cosa stiamo aspettando?

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Certamente un influencer con elevata notorietà e un nutrito numero di followers sarà in grado di supportare un marchio con efficacia. Ma è anche vero che mano a mano che la fanbase aumenta l’engagement diminuisce, così come pare diminuisca la fiducia degli utenti che lo seguono.

Quindi, come fare se il nostro obiettivo è instaurare un dialogo duraturo con il nostro target? Per questo ci rivolgiamo ad un'altra figura, quella del micro influencer. Con un modesto numero di followers, i micro influencer raccontano le proprie passioni in modo disinteressato ad un pubblico interessato e fidelizzato, con la conseguenza di avere un engagement più elevato rispetto ai big. Si stima che i tassi di coinvolgimento delle campagne con micro influencer siano superiori del 60% rispetto a quelle gestite con audience più ampi, e 6,7 volte più efficienti e convenienti. Un tris di elementi – engagement, trust e convenienza – che li rende perfetti se l’obiettivo del brand è quello di costruire un rapporto virtuoso nel tempo.

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  • Sottotitolo Puntare sui big è sempre utile in una strategia di influencer marketing?

Avete notato che i brand stanno scegliendo sempre più testimonial senior? Prendiamo ad esempio la presentazione della collezione PE 2019 di Dolce Gabbana a Milano, che ha visto sfilare una elegantissima Monica Bellucci, seguita da altre icone femminili, come Isabella Rossellini; o di Reebok, che ha scelto l’81enne Wang Deshung per la sua campagna Be more Human.

Ed effettivamente, se ci pensiamo, il target più alto spendente, a differenza dei Millennials e della più giovane Generazione Z, sono proprio loro: gli Ageless Adventures, over 65enni che guardano con occhio positivo l’invecchiamento, come un viaggio di opportunità illimitate e di crescita personale.

E proprio loro saranno portatori di un cambiamento progressivo nel mondo della pubblicità: si apriranno nuovi scenari e si dovranno adottare nuovi linguaggi, soprattutto su Facebook, sempre più popolato da questo target. Ci dovremo evolvere per riuscire a comunicare con questi senior, perché pare che non abbiano intenzione di fermarsi.

E noi siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che essi ci possono dare.

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Giovedì, 20 Settembre 2018 10:46

Stai usando l’hashtag giusto?

La trasformazione del cancelletto in link attivi che i social network permettono di ottenere, porta alla creazione di topic che possono diventare un trend interessante e capace di attirare community attorno a sé. Proprio per questa grande possibilità offerta, utilizzarli senza criterio può essere un’occasione persa.

Per creare hashtag immediatamente riconoscibili legati al brand, che siano coinvolgenti e convincenti, consigliamo di tenere in mente principi di base utili per sfruttare al meglio tutte le potenzialità delle parole precedute dal famoso simbolo 

  • Cerca di creare hashtag brevi e semplici;
  • Sì ai neologismi;
  • Sfrutta le tendenze;
  • Crea degli hashtag caratterizzanti per il tuo brand e utilizzali su tutti i tuoi canali;
  • Utilizzali durante le dirette e nei video.

 E buon hashtag marketing a tutti!

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  • Sottotitolo L’hashtag come strumento di brand buzz: come incrementare i risultati di marketing grazie all’indicizzazione e alla catalogazione dei contenuti.

La trasparenza è il must have che dovrebbe accompagnare tutte le attività digitali di un brand e l’attività degli influencer non ne è esclusa.

La tendenza è quella di portare chiarezza sulla forza dirompente di blog, vlog e la diffusione di video e foto da parte di personaggi capaci di spostare le scelte di comportamento e di acquisto dei propri follower. L’Autorità Antitrust stessa con la lettera Moral Suasion ha sollevato la stringente necessità di regolamentazione di tale pratica pubblicitaria.

Tutti i contenuti pubblicati da influencer con scopo commerciale dovrebbero contenere hastag quali #avertising, #pubblicità, #sponsorizzato, #inserzioneapagamento, #prodottofornitoda e il tag del brand.

È proprio necessario?

Crediamo di sì, dato che, un’indagine condotta da Twitter, riferisce che il 40% degli utenti afferma di aver comprato un prodotto o un servizio dopo averlo visto usare e promuovere da un influencer. Ecco quindi che l’influnecer può avere un peso più alto rispetto ad altre azioni digitali e dovrebbe dichiarare l’origine della sua azione. 

Quelli che potremmo definire i protagonisti di un passaparola 2.0 hanno l’interesse dicostruire un web chiaro e pulito, dove i post spontanei di promozione verso un brand sono una cosa, gli spot remunerati un’altra. 

Contribuendo così a rafforzare i legami di fiducia tra influencer, consumatori e brand.

 

 

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  • Sottotitolo Tutti i contenuti online che hanno finalità promozionale dovrebbero essere dichiarati tali con hastag precisi?
Giovedì, 12 Luglio 2018 09:55

Stories: perché i brand dovrebbero usarle

Il brand nelle stories diventa più umano. Superata la barriera delle news feed dove si creano post destinati a durare, le Instagram stories offrono una pratica di influencer marketing che abbattono le barriere con l’utente.

Molti i vantaggi di inserire l’utilizzo delle storie nella propria campagna:

-       Permettono maggior spontaneità, conferendo un’immagine di trasparenza del brand che mostra retroscena, persone e situazioni vere.

-       Favoriscono l’interattività e la partecipazione della community del brand in determinati contesti.

-       Attraverso il lifetelling di influencer coerenti con in brand (vedi il nostro post https://www.goodwillpr.it/it/blog/item/23576-ad-ogni-brand-il-suo-influencer.html) possono: aumentare i follower, incrementare le interazioni e stimolare il social buzz.

Da una parte la durata limitata insita nella natura stessa delle stories dà all’utente l’urgenza di visualizzazione, dall’altra il voyueristico interesse verso la vita e i retroscena di persone note, rendono sempre in crescita l’utilizzo impattante nella quotidianità degli utenti e aiutano l'amplificazione del brand.

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  • Sottotitolo Contenuti effimeri che durano 24 ore sui principali social (Facebook, ma soprattutto Instagram) possono ottenere grandi risultati in termini di engagement.

Il testimonial scelto da un brand per una campagna rappresenta il classico principio one to many: l’azienda sceglie il personaggio e il consumatore si trova di fronte a una situazione univoca.

 

La forza dell’influencer marketing, invece, è quella di far incrociare sia la scelta del brand che individua il personaggio giusto a cui affidare sui social il proprio prodotto o servizio, sia quella dell’utente che liberamente sceglie di andare sul suo canale.

 

Il grande coinvolgimento che ha fatto incontrare il consumatore e il nostro brand è la potenza vitale che garantiscono affinità al prodotto e al target e, quindi, il successo della nostra operazione di marketing.

 

La dinamica di voyeurismo rappresentata dalla vita vera dell’influencer, della sua realtà domestica e delle sue scelte quotidiane assicura particolare efficacia in determinati settori merceologici. Il mondo del food e dell’interior design, per esempio, sono assolutamente pertinenti a tale scopo, dato che il testimonial esperto fornisce risposte immediate ad utenti che cercano ispirazione e rassicurazione.

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  • Sottotitolo Il ruolo del testimonial nel mondo digital è cambiato tantissimo. Tanto da diventare un’altra cosa
Mercoledì, 06 Giugno 2018 10:00

Una questione (anche) di tono

Sapere chi sei e sapere come raccontare il tuo brand con il linguaggio corretto è uno dei passaggi chiave nella stesura di una copy strategy efficace. 

L’articolazione dei diversi aspetti dell’azione di comunicazione che si vuole intraprendere deve considerare sempre di:

- far emergere il vantaggio che il servizio o il prodotto garantisce;

- argomentare razionalmente tali benefici con credibilità, evidenziando la reason why;

- definire e conoscere la propria community, circoscrivendo il target.

Sottovalutato e dimenticato troppo spesso, il tone of voice non rappresenta solo la modalità espressiva di una copy strategy. È anche l’identità, rappresenta una delle sfaccettature della personalità di un brand. Il modo di porsi agli interlocutori sarà quindi autorevole, amichevole, rassicurante, spiritoso, ironico secondo gli obiettiv preposti. Per colpire, emozionare o convincere.

Quindi, come sempre, pensa (e molto) prima di parlare.

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Disegnare l’azienda includendo l’ottica social nelle proprie strategie. Non è solo il prossimo futuro, per molti brand è già una realtà.

Lo sforzo di presidiare i canali necessari per ottenere visibilità è quello che potremmo definire ormai come “il minimo indispensabile” per considerare social una realtà.

Bisogna riorganizzare l’azienda per dialogare direttamente con le persone, rovesciando il monolitico concetto one to many.

I social media, infatti, possono (e ormai devono) essere utilizzati per fare customer service, per la parte di vendite o per le risorse umane:

- Gli utenti utilizzano la messaggistica per porre domande alle aziende, segnalare informazioni, per dare feedback o prendere appuntamenti. Il social messaging è in espansione crescente, tanto da aver già superato l’utilizzo dei social media, se pensiamo che solo Facebook Messenger ha più di 1.3 miliari di utenti attivi ogni mese e i chatbot stanno diventando la normalità.

- Tramite Facebook si può ricreare un sistema di social selling dialogando direttamente con i propri clienti e saltando passaggi di intermediari che rallentano il sistema e allontanano i brand dai clienti. Altro vantaggio è l’aumento del margine di guadagno.

- Anche il social recruiting è in espansione, una modalità interattiva che va dal contatto alla valutazione del candidato, ma anche un’interessante possibilità di fare employer branding digitale, rendendo un’azienda appetibile per candidati qualificati attratti dalla comunicazione fatta da chi ci lavora.

I social come nuova cultura aziendale, cuore pulsante del business design del vostro brand. Pronti per la vostra social brand revolution?

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  • Sottotitolo Un social media marketing fatto da professionisti è ormai inevitabile ed è un asset per qualsiasi brand o azienda. Che va oltre il marketing
Giovedì, 17 Maggio 2018 13:54

Ad ogni brand il suo influencer

I famosi dello star system, gli opinion leader o i blogger di settore?

L’analisi iniziale per capire quale personaggio coinvolgere parte dall’identificazione con i valori del proprio brand. È necessaria un’immedesimazione autentica affinché le azioni social che intraprenderà sui suoi canali siano spontanee e credibili.

Secondo la nostra esperienza nella fase embrionale di un progetto di influencer marketing non è sufficiente partire dal pur verissimo presupposto che un influencer non vale l’altro. È fondamentale avere ben chiari gli obiettivi e il concept. Voglio ottenere delle vendite? Voglio creare engagement? O solo promuovere un nuovo prodotto?

È necessario dare un’anima a quello che voglio raccontaree, anche in base a questa, procedere con la selezione dell’influencer corretto. Che deve ricevere un brief preciso ed esaustivo del progetto.

In fase di identificazione occorre valutare:

- la reputation coerente e potente dell’influencer

- l’autorevolezza

- le competenze e la reale preparazione di settore

- la community che ha creato attorno a sé, quanto è vasta e le relazioni che ha stabilito

- la sua reale capacità di influenzare e stimolare la rete

Perché come dice il detto, chi ben comincia è a metà dell’opera!

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  • Sottotitolo L’identificazione del personaggio giusto è fondamentale e costituisce la sfida più complessa del lavoro di pr
Giovedì, 10 Maggio 2018 13:32

Cibus 2018: il futuro del food

In questi giorni di lavoro al Salone Internazionale dell’alimentazione di Parma non abbiamo solo analizzato lo stato dell’arte del mercato del cibo e dei nuovi format che vi si stanno affacciando, ma ci siamo lasciati coinvolgere dalla suggestione dei colori e dei sapori di tendenza e dal cambiamento di modalità di consumo delle persone.

Non solo food e beverage, quindi, ma ciò che saremo e come ci comporteremo nei prossimi anni.

Le abitudini della società da un lato spingono ad una snackizzazione del mercato, che convive però con una richiesta di salutismo e biologico sempre più incalzante.

Talk e dibattiti su questi scenari del settore agroalimentare, la giura di esperti Food & Retail pronta a selezionare alcune novità di prodotto esposte nell’area “Innovation Corner” hanno confermato Cibus come il Salone punto di riferimento senza confini per l’alimentazione.

Per noi è un piacere constatare che i trend gastronomici si orientano sempre di più su uno stile di vita focalizzato su salute e benessere, tematiche che da anni seguiamo da vicino.

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  • Sottotitolo Il modello agroalimentare nazionale e la cultura del Made in Italy in vetrina a Parma
Mercoledì, 02 Maggio 2018 13:40

Programmatic days: obiettivo chiarezza

Il programmatic è una vera e propria boccata di ossigeno per gli editori, che da un lato vedono in crisi la stampa, soprattutto periodica, e dall’altro un mercato digital sempre più fagocitato dai big four (Google, Facebook, Amazon e Microsoft). Un sistema nato inizialmente per migliorare le performance degli spazi pubblicitari presenti sulle testate digitali, ma che si sta evolvendo verso una modalità di pianificazione ad elevata performance per gli investitori.

Le nuove tecnologie contrastano l’ad fraud, ovvero i click fasulli, che vengono ridotti a meno dell’1%, rispetto a circa l’8% dello standard.

Altro tema caldo è la questione viewability, ovvero essere certi che le impression pagate siano viste effettivamente dal target. I dati del settore indicano che generalmente oltre il 50% degli annunci display pagati non vengono effettivamente visualizzati. Il programmatic si sta aggiornando inserendo sistemi in grado di certificare l’effettiva visione e permanenza sui banner da parte degli utenti.

La scommessa è quindi l’adeguamento agli standard che da tempo sono imposti sul mercato digital adv dai big, molta più trasparenza, efficienza, crossmedialità e misurabilità che si traducono in un maggiore ritorno dell’investimento da parte degli advertiser, ma anche di un aumento della fiducia del mercato nei confronti degli editori.

Attendiamo ulteriori evoluzioni per il prossimo meeting, magari con maggiore profilazione del target utilizzando algoritmi di deep learning simili a quelli di Facebook, tutto a vantaggio di chi investe in pubblicità efficace e dai risultati misurabili.

 

 

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  • Sottotitolo “It’s all about trust” è il claim di questa quarta edizione che ha avuto brand safety e trasparenza al centro del dibattito insieme a numerose case history illustrate da parte dei principali player.

Appuntamento imperdibile per il mondo del design e dell’arredamento, il Salone del Mobile di Milano anticipa tendenze e idee per il futuro della casa e dell’outdoor. Non solo mobili e oggetti di design, il FuoriSalone presenta scenari e stimola l’immaginario. Ci si lascia trasportare da allestimenti urbani e visioni quasi oniriche, sparse per la città, che per una settimana attira architetti, designer e creativi da tutto il mondo. Milano diventa un palcoscenico di idee e di protagonisti eccezionali, che segneranno le tendenze a venire.

Quest’anno, emerge un progressivo ritorno a un bon ton, senza superfluo, rivisitato in chiave contemporanea e informale: poltrone e divani borghesi sono rivestiti di tessuti dai colori pastello e sfumature che si abbinano ton sur ton. Nuovi accessori scivolano dalla casa all’ufficio e viceversa, assecondando nuovi bisogni: pareti divisiorie che sembrano sculture, sedie da ufficio che rubano i colori al divano, scrivanie non più solo rettangolari, ma asimmetriche o curve.

Il design sembra orientarsi al benessere reale delle persone, attraverso la scelta accurata dei materiali, il piacere del tatto, la sensorialità degli oggetti: superfici vellutate, opache, colori sfumati, opalescenti e rilassanti; pietra o legno dalla matericità raffinata, accostati a materiali come plastica o resina. Non ci sono regole rigide, ma molta apertura e molto stile libero, senza esagerazioni o effetti eccentrici. Un design finalmente maturo, educato e responsabile, che al senso ludico aggiunge la correttezza dei materiali e le possibilità delle nuove tecnologie.

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  • Sottotitolo Di Francesca Acerboni

 

Si scrive conversational marketing, si legge intercettare gli umori delle persone. Il web parla alle aziende restituendo le critiche e le lodi dei clienti, oggi sempre più desiderosi di condividere la loro customer experience.

Il rumore di fondo che emerge su prodotti specifici è fondamentale per correggere eventuali difetti, senza far perdere autorevolezza. Noi di Goodwill siamo convinti che, oltre agli strumenti giusti, occorrano creatività e spirito strategico in grado di offrire la chiave per gestire le critiche. Così da evitare momenti di crisi e anzi, trasformare anche piccole menzioni negative in un valore positivo del prodotto.

Esistono utili applicazioni di data mining che estraggono le reazioni e le opinioni espresse all’interno dei testi generati in rete su un determinato prodotto o argomento. Si tratta di tools completi di Social media listening che riescono a misurare il sentiment e a correlare le performance delle campagne con i risultati di business.

La regola aurea per non incappare in situazioni difficili da gestire è, infatti, mettersi all’ascolto e agire di conseguenza con competenze specifiche. L’errore più grande? Ignorare il web.

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  • Sottotitolo 43 milioni di italiani sono in rete e gli spazi del web si moltiplicano giorno dopo giorno: il tuo brand è in vetrina.
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