Monumento minore di un centro minore, la sopravvivenza della piccola chiesa di San Rocco a Rotello, in provincia di Campobasso, aveva un futuro incerto, fino ad oggi, grazie al progetto degli Arch. Luigi Valente e Mauro di Bona.
L’antica chiesetta del ‘500, già negli anni ’60 convertita ad auditorium, è stata trasformata in una sede permanente di spettacoli e sala polifunzionale. Si tratta di una ristrutturazione che ha apportato un aggiornamento delle prestazioni strutturali, energetiche e funzionali. La facciata esterna non ha subito alcuna modifica importante: le mura in pietra sono state integralmente preservate, anche per nobilitare la chiesa rispetto alle schiere residenziali che la circondano.
È all’interno che gli Architetti hanno avuto modo di operare con maggiore libertà di azione: varcata la soglia lo stile cambia radicalmente, come un salto dal passato al futuro. Uno spazio black and white moderno, in cui attorno ai ranghi serrati delle cento sedute nere, tutte le superfici verticali e orizzontali sono state sbiancate, le loro variazioni materiche e volumetriche semplificate in una sobria sequenza di chiaroscuri.
Solo alcuni frammenti riscoperti emergono da questa coltre uniformante: le travi del tavolato di sottotetto, ricostruito in luogo della controsoffittatura modulare di epoca recente, e soprattutto una porzione del pavimento originale, ritrovato grazie al ribassamento completo del piano di calpestio. Unica eccezione cromatica nell’intera navata, il parterre di pietra richiama la materialità perduta del luogo e delimita con la sua presenza uno spazio di rispetto tra gli spettatori e la scena.
A pavimento serviva una superficie capace di uniformarsi con lo stile moderno e di fondere ogni elemento nell’altro, in armonia: è stato così utilizzato Microtopping® Ideal Work®, la superficie che in soli 3 mm di spessore è in grado di rivestire superfici in orizzontale e in verticale, con continuità. Utilizzato nella colorazione white, nella chiesa di Rotello Microtopping® ha creato uno spazio unico, contemporaneo e visivamente più ampio.
Architetto: Luigi Valente e Mario di Bona
Fotografo: Stefano Pedretti