La grande particolarità del Museo è quella di essere incastonato nella parte superiore del Monte Plan de Corones (a 2.275 metri sul livello del mare) con una meravigliosa e suggestiva panoramica sulle Dolomiti.
Il materiale prevalente in tutta l’imponente costruzione è il calcestruzzo che riprende le cromie della geologia locale e viene utilizzato per creare tre grandi volumi che si stagliano dalla parete rocciosa; ognuno di essi ha forme geometriche sinuose e irregolari, in fibra di cemento rinforzato con vetro evidenziando come la libertà progettuale sia stata spinta agli estremi. La complessità e il trasporto logistico dei materiali a tali quote altimetriche e in qualsiasi condizione metereologica hanno costituito una grande sfida costruttiva.
Tutta la progettazione si è sviluppata all’insegna della riduzione dell’impatto visivo: l’edificio di circa 1000 mq si articola sotterraneamente perlopiù, su diversi piani e solo una minima parte di esso è fuori terra: in questo modo si è cercato di preservare la bellezza del paesaggio e l’impatto con l’ambiente circostante. A tal fine inoltre dopo la costruzione il complesso è stato coperto con i materiali originali, consentendo anche la salvaguardia della bio-diversità locale.
Nella parte superiore si trova l’area d’ingresso collegata al piano inferiore mediante un sistema di scalinate a cascata che porta ai sottostanti tre livelli espositivi, fino a raggiungere il livello più basso. Una superficie espositiva centrale, che rappresenta il cuore del Museo, è adibita alle esposizioni temporanee.
L’intero percorso è costellato di ampie vetrate panoramiche che donano agli spazi interni grande luminosità e porta al raggiungimento di una terrazza esterna estesa su 40 mq, dalla quale è possibile ammirare il panorama mozzafiato.
Per gli interni è stato mantenuto il cemento a vista e, per uniformità e coerenza stilistica con pareti e soffittature, è stato scelto un pavimento in calcestruzzo con una finitura non completamente liscia in modo da rendere al meglio l’effetto materico della superficie.
Per specializzazione nell’uso del calcestruzzo decorativo e per le importanti referenze in ambito artistico-architettonico, è stato scelto Ideal Work per la realizzazione dei pavimenti interni. Ideal Work affianca da tempo i grandi progettisti che prediligono l’uso del calcestruzzo, da Oscar Niemeyer con cui ha collaborato per la costruzione dell’Auditorium di Ravello a Tadao Ando intervenendo per il Teatrino di Palazzo Grassi.
Per questo progetto è stato realizzato un Pavimento Nuvolato tradizionale (spessore 8-12 cm) per cui sono stati campionati diversi tipi di grigio. Ideal Work mette a disposizione diversi sistemi che consentono di ottenere l’effetto cemento, anche lavorando a bassissimi spessori, fino a 3-4 mm come spesso richiesto nei ripristini e nelle ristrutturazioni e quindi senza richiedere demolizioni.
Per rendere la superficie più resistente sono stati applicati alcuni trattamenti protettivi anti:usura, polvere, acqua e macchie varie. Nello specifico: Colour Hardener, una soluzione che oltre a conferire alla pavimentazione il colore di base ne raddoppia la normale resistenza all’abrasione e all’usura rispetto al normale calcestruzzo; Ideal Hard densificante incolore a base silicati che incrementa la resistenza superficiale delle pavimentazioni in calcestruzzo soggette a traffico pedonale e veicolare fino al 127% in più rispetto a quella di un tradizionale pavimento non trattato. I pavimenti trattati con Ideal Hard si mantengono più a lungo e sono garantiti antipolvere 10 anni; Petrotex-s infine, ha la funzione di rendere le superfici in calcestruzzo resistenti all’acqua e all’olio.