Pilkington OptiView™ Protect OW è il vetro anti-riflesso scelto per salvaguardare gli antichissimi ritrovamenti conservati nel Museo Egizio di Torino.
Non è una scelta casuale: opere che risalgono anche a 5000 anni fa, dovrebbero poter essere godute senza i fastidiosi riflessi tipici del vetro e richiedono 2 tipi di protezione: devono essere protette da atti vandalici (aggressioni, rotture, furti) e devono essere protette il più possibile dal naturale deperimento dei raggi ultravioletti.
Pilkington OptiView™ Protect OW è un vetro stratificato di sicurezza, composto da due lastre di vetro extrachiaro a basso contenuto di ferro con elevatissima trasmissione luminosa (oltre il 90%), sulle quali è depositato un particolare rivestimento molto resistente capace di ridurre i riflessi di luce soltanto al 2%.
Lo stesso prodotto, è in grado di proteggere oltre il 99% dalla ricezione dei raggi UVA e UVB (2 dei raggi ultravioletti che causano a lungo andare il deperimento delle opere, dei materiali e dei colori). Un’opera al riparo dei raggi UV può rimanere esposta al pubblico praticamente senza perdere nulla delle caratteristiche rimaste, dal momento della propria messa in sicurezza.
Oltre ai notevoli vantaggi di fedele resa cromatica, di bassissima riflessione della luce e di blocco dei raggi UV di cui abbiamo parlato, lo spessore del vetro utilizzato nel Museo Egizio (12,8 mm), aggiunge un ulteriore importante beneficio: la protezione alle persone e ai beni da atti di vandalismo, secondo le normative UNI EN 12600 – 1(B)1 – e UNI EN 356 – P2A. Pertanto è in grado di resistere anche ad aggressioni volontarie particolarmente pesanti, contribuendo sostanzialmente alla sicurezza delle opere esposte.
Per queste fondamentali ragioni 70 armadi e 103 teche del nuovo Museo Egizio, per complessivi 2200 mq di questo straordinario vetro sono stati pensati dai progettisti di Isolarchitetti che ne hanno curato la direzione artistica e la progettazione.
La maestria con cui Goppion Spa ha saputo realizzare gli spazi espositivi, fornendo vetrine che per migliorare la fruibilità immediata hanno grandi dimensioni (la più grande 4,60 x 4,00 metri), evitando di ostacolare la visuale con giunzioni o altri elementi di disturbo e realizzando le forme più adatte alle diverse situazioni, ha permesso di costruire un luogo imperdibile per gli appassionati di archeologia.
Il Museo Egizio di Torino, a maggior ragione adesso, rimane secondo al mondo solo a quello del Cairo per il valore storico e artistico del suo contenuto, ma diventa uno dei primi al mondo anche come qualità museale.
È un’opera importante perché con un costo relativamente contenuto ha permesso di portare alla visuale pubblica il doppio del materiale rispetto all’antica esposizione, e inoltre perché grazie all’opera di chi lo ha pensato, progettato e realizzato, è riuscito a restare un involucro che valorizza i reperti archeologici permettendone un’ottima visita per esperti o per curiosi.