Silvia Sandri

Silvia Sandri

Un telaio esterno che scompare all’interno dell’edificio, un sottilissimo montante centrale di soli 31 mm e una soglia perfettamente piana che agevola il passaggio tra ambienti: grazie al suo design minimale e pulito, lo scorrevole in alluminio Schüco ASE 67 PD (Aluminium Sliding Element Panorama Design) attribuisce una nuova forma al concetto di trasparenza, conferendo alla luce naturale un ruolo da protagonista nel progetto d’interni.

Premiato con l’Archiproducts Design Awards 2018 per il suo potere emozionale e funzionale, lo scorrevole panoramico in alluminio Schüco ASE 67 PD è caratterizzato da un’elevata modularità costruttiva e si distingue per i profili molto snelli, gli ingombri minimi (con incassi da 90 mm, per maggiori prestazioni di tenuta all’acqua, o da 57 mm, ideali per le ristrutturazioni) e l’esclusiva soglia 0-level, perfettamente in linea con il livello del pavimento. Questa particolarità tecnica e costruttiva non solo facilita il passaggio tra ambienti interni ed esterni, favorendo l’accesso alle persone con difficoltà di movimento come bambini, anziani e persone diversamente abili, ma permette anche di creare spazi continui in cui gli ambienti confluiscono gli uni negli altri senza alcuna interruzione.

Progettato per rispondere alle esigenze di comfort e design dell’abitazione, il sistema Schüco ASE 67 PD permette la realizzazione di vetrate di grandi dimensioni (con grandezza dell’anta fino a 3500x3000 mm e peso fino a 400 Kg) configurabili in diverse varianti. Se la versione lineare consente di realizzare specchiature in grado di sostituire un’intera parete, la soluzione a scomparsa – con l’anta scorrevole che si inserisce completamente nella muratura – elimina invece ogni confine con l’esterno, realizzando uno spazio senza alcuna barriera. La suggestiva versione ad angolo, infine, permette di sostituire ben due pareti in muratura, inondando la casa di luce naturale e rendendo l’outdoor parte integrante dell’interior design.

Il sistema di chiusura completamente integrato nell’anta offre infine l’opportunità di realizzare un serramento con classe antieffrazione elevata (RC2), a cui si abbinano eccellenti prestazioni di tenuta all’aria e all’acqua e performance termiche ottimali, con valori Uw fino a 0,99 W/m2K (serramento due ante B x H = 3000 x 2400 mm con Ug=0,5 W/m2K) e Uw fino a 1,17 W/m2K (serramento due ante B x H = 3000 x 2400 mm con Ug=0,7 W/m2K).

Con il trasferimento degli uffici del Rettorato, dell’amministrazione e dei dipartimenti della Facoltà di Giurisprudenza nel nuovo Campus, l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata rinnova la propria immagine istituzionale e compie un importante passo in avanti per rilanciare l’Ateneo in una dimensione dinamica e internazionale. Incentrato sull’ampia piazza pedonale impostata su una piastra ipogea, il progetto del nuovo Rettorato è volto a favorire l’inclusione e la socialità e si distingue per i volumi trapezoidali disposti perpendicolarmente tra loro. Caratterizzati da pareti inclinate, ampie specchiature e dalla serrata alternanza dei frangisole, in linea con i principi bioclimatici, gli edifici creano nell’area una nuova polarità, che delimita sui due lati la piazza.

All’interno delle ali ortogonali, spazi luminosi, eleganti e confortevoli – equipaggiati con le più avanzate tecnologie digitali – permettono a studenti, docenti e personale di svolgere le proprie attività in un ambiente efficiente e stimolante, dotato di strutture e servizi in linea con le esigenze di un polo universitario moderno ed ecosostenibile. L’attuale conformazione degli edifici, che rappresenta un primo stralcio dell’opera, dovrà essere completata in un prossimo futuro da una suggestiva struttura sferica, simbolo della perfezione formale e vero nucleo dell’intero organismo che accoglierà la sala conferenze e, in sede propria, gli uffici di governo dell'Ateneo.

“Il nuovo rettorato – spiega l’arch. Massimo Alessandrini, Project Manager per conto della società consortile Tor Vergata a r.l., aggiudicataria della concessione – è l’intervento più recente e rappresentativo dell’intero Campus universitario. Si tratta di un complesso di edifici ‘intelligenti’, estremamente evoluti dal punto di vista tecnologico e all’avanguardia sotto il profilo costruttivo e impiantistico. L’involucro edilizio è composto nelle superfici opache da una facciata ventilata rivestita con lastre in travertino, mentre in quelle trasparenti accoglie sistemi di vetrature ad altissime prestazioni ed un sistema di frangisole fissi che da un lato scandisce il disegno dei prospetti, creando spazi all’aperto in quota a disposizione degli utenti, e dall’altro mitiga l’irraggiamento solare evitando il sovraccarico termico degli ambienti indoor”.

I volumi trapezoidali restituiscono prestazioni energetiche all’insegna della massima efficienza, fornendo condizioni ottimali di comfort interno. Il funzionamento dei sistemi impiantistici e dei dispositivi presenti in facciata è infatti coordinato per garantire qualità ambientale, contenimento dei consumi ed elevati standard di sicurezza. “Durante la progettazione – continua l’arch. Alessandrini – abbiamo collaborato attivamente con Schüco Italia per la definizione delle caratteristiche estetiche, tecniche e prestazionali dell’involucro, contribuendo in modo determinante alla qualità complessiva del progetto. La collaborazione è stata costante per l’intera durata del cantiere, con numerose riunioni in sito durante le quali sono stati approfonditi tutti gli aspetti rilevanti, ottenendo un risultato d’insieme superiore alle aspettative.”

Tecnologia e prestazioni per facciate trasparenti

Le facciate continue dei piani in elevazione degli edifici destinati agli uffici (A-B-C-D) sono realizzate con una struttura a montanti e traversi che al piano terra vede l’impiego di tamponamenti vetrati con fissaggi a scomparsa e fughe sigillate con siliconi strutturali, consentendo così di nascondere dall’esterno il reticolo Schüco FWS 50+ SG (Structural Glazing). Nei piani superiori invece, i tamponamenti vetrati sono trattenuti meccanicamente da profili in alluminio. Le facciate continue che rivestono i corpi scala degli edifici A, B, C e D sono realizzate invece con il sistema a montanti e traversi Schüco FWS 50+, composto da profili in alluminio (lega primaria EN AW 6060) a taglio termico preverniciati. Realizzate con materiali incombustibili (classe 0), le facciate sono a prova di azione sismica e di scariche atmosferiche. I trattamenti superficiali sono inoltre rispondenti alle direttive tecniche dei marchi di qualità Qualanod (ossidazione anodica) e Qualicoat (verniciatura).

Le vetrate utilizzate in tutto il progetto sono a vetrocamera singola, con vetri extrachiari basso emissivi (esterno), intercapedine con gas argon e vetri stratificati temperati con test HST (interno). Il sistema dispone di canaline per la raccolta dell’eventuale acqua di infiltrazione e condensa, drenata fino alla base della costruzione, e di guarnizioni di tenuta in EPDM, che evitano l’impiego di sigillanti. Le parti apribili lungo le rampe prevedono serramenti a vasistas in corrispondenza dei pianerottoli intermedi.

Grazie alle loro caratteristiche tecniche, le facciate Schüco FWS 50+ hanno permesso di ottenere i seguenti valori:
• trasmittanza termica complessiva Ucw = 1,42 W/m2K (con valori
Ug = 1,0 W/m2K);
• tenuta all’acqua classi RE1200 (parti fisse) e 9A (parti apribili);
• permeabilità all’aria classi AE (parti fisse) e 4 (parti apribili);
• resistenza al vento secondo dimensionamento statico dei profili (parti fisse) e classe C5/B5 (parti apribili);
• potere fonoisolante medio Rw ≥ 42 dB

Guarda il video del volo aereo sul cantiere:
https://youtu.be/eNw1WJ0VM9k


Scheda Progetto

Realizzazione: Rettorato Tor Vergata
Committente: Università degli Studi di Roma – Tor Vergata
Concessionario RTI: Vianini Lavori Spa (capogruppo mandataria)
Consorzio Integra Soc. Coop.
Impresa Pizzarotti & C. Spa
Italiana Costruzioni Spa
S.A.C. Società Appalti Costruzioni Spa
Aquilaia Spa
DI.COS. Spa
Tierre Srl
G. & G. Di Stefano Srl
Costruzioni Civili Commerciali Spa
Project manager: Arch. Massimo Alessandrini
Progettista Architettura: Arch. Angelo Zampolini
Progettista Strutture: Sylos Labini Ingegneri e Architetti Associati
Progettisti Impianti: AG&C Associati – CFA Ingegneria Srl
Facciate continue: Schüco
Sviluppo e costruzione serramenti Schüco: COIM Serramenti S.R.L.

Recentemente inaugurato con l’obiettivo di valorizzare le eccellenze manifatturiere italiane, FRI - Fashion Research Italy è il polo didattico, espositivo e archivistico dedicato alla formazione, all’innovazione e alla valorizzazione del mondo della moda. La nuova sede della Fondazione Onlus Fashion Research Italy sorge alla periferia di Bologna ed è il frutto del recupero di un’ex area industriale, già sede di uno dei marchi nazionali più conosciuti del settore tessile. Nel nuovo progetto, il disegno classicheggiante degli edifici esistenti (la palazzina uffici e quella d’ingresso destinata ai servizi accessori) è stato mantenuto ed enfatizzato ponendo al centro del complesso l’Academy, un edificio a due piani di nuova realizzazione caratterizzato da un volume ovale aggettante, fulcro compositivo dell’insediamento.

La commistione fra contemporaneità e preesistenze da un lato riflette la storia del territorio e dall’altro rappresenta le innovative attività di formazione, valorizzazione dell’heritage e innovazione che qui si svolgeranno. Nulla è lasciato al caso, tanto che il racconto architettonico si intreccia con quello formativo. Attraversato il portale d’ingresso, infatti, il visitatore si sposta verso l’Academy, destinata alle attività didattiche e di ricerca, seguendo la Passerella multimediale, unico elemento cromatico caratterizzato nella parte finale da grandi schermi verticali che accolgono il visitatore in una continua sfilata virtuale. La passerella, che conduce al terzo blocco con l’area uffici ed espositiva, non solo collega funzionalmente i tre edifici, ma rappresenta idealmente il percorso formativo: insegnamento, esperienza e comunicazione.

Il rapporto fra volumi costruiti e luce naturale definisce l’immagine del progetto architettonico. L’involucro dell’Academy, rivestito con candidi pannelli prismatici in “solid surface”, sotto i raggi del sole cambia costantemente durante l’arco della giornata grazie al gioco delle ombre prodotte dall’alternanza di morbide superfici concave e convesse. La luce è protagonista anche grazie alla trasparenza delle facciate, che svolgono un ruolo determinante per il contenimento dei consumi energetici. È il caso dell’edificio per gli uffici, completamente ristrutturato per essere adattato alla nuova destinazione d’uso, che crea un ampio atrio che si eleva per tre livelli, distribuendo spazi flessibili ed estremamente luminosi.

“I riferimenti al mondo della moda e il forte peso delle tecnologie innovative per la comunicazione e la formazione – afferma l’arch. Ulrich Seum (Studio Cervellati ed Associati), progettista e coordinatore del progetto architettonico – sono fra i punti di forza dell’intervento. Gli edifici esistenti, realizzati negli anni ‘80 e caratterizzati da tratti stilistici postmoderni, sono stati recuperati e restaurati inserendoli, con una punta di ironia, in un concept contemporaneo che privilegia le relazioni fra interno ed esterno. Il disegno a intreccio dei pannelli di rivestimento dell’Academy richiama la struttura flessibile e resistente dei tessuti, il materiale per antonomasia delle creazioni dell’alta moda, e vuole rappresentare la stretta connessione fra passato, presente e futuro che è alla base dell’idea di Fashion Research Italy.”

Dal punto di vista formale, tecnologico e prestazionale, la definizione dell’immagine dell’involucro è risultata l’operazione più impegnativa. Il ricorso ai sistemi di facciata e ai serramenti in alluminio Schüco ha permesso di coniugare qualità estetiche e materiche con elevati livelli di isolamento termico, garantendo al contempo un comfort termico e luminoso ottimale. “Indipendentemente dalla qualità dei prodotti – spiega l’architetto Seum – è stata determinante la consulenza offerta dall’ufficio tecnico interno di Schüco Italia, che ci ha affiancato sia nella scelta delle tecniche più indicate, sia nella progettazione di dettaglio per le facciate continue. In particolare, il profilo Schüco FW 50+ è stato scelto perché estremamente elegante, performante e affidabile, in grado di rispondere a tutte le esigenze del progetto Fashion Research Italy sia per quanto attiene gli aspetti architettonici, sia sotto il profilo tecnico e costruttivo.”

Estetica, tecnologia, prestazioni
Per realizzare le facciate del Fashion Research Italy è stato impiegato il sistema in alluminio Schüco FW 50+ a montanti e traversi, uno dei prodotti Schüco più versatili e performanti. Gli snelli profili in alluminio a taglio termico, abbinati a vetrate a bassa trasmittanza, hanno permesso di garantire la massima trasparenza dei prospetti, offrendo allo stesso tempo elevate prestazioni energetiche.

La versatilità è l’aspetto più interessante delle facciate Schüco FW 50+, adatte anche alla realizzazione di coperture trasparenti dalla geometria complessa e dotate di un’estesa gamma di accessori e personalizzazioni mirate a soddisfare tutte le esigenze di carattere estetico, tecnico e di sicurezza. Le facciate strutturali Schüco FW 50+ possono essere equipaggiate ad esempio con vetri a doppia e tripla lastra, con dimensioni massime del vetro L 2.600 x H 4.200 mm, spessori compresi fra 32 e 64 mm e peso fino a 650 kg. Oltre alla possibilità di allestimento con vetrate semistrutturali, le facciate possono essere dotate degli elementi a inserimento Schüco AWS 114, azionabili manualmente o con la tecnologia Schüco TipTronic.

Scheda progetto

Realizzazione: FRI - Fashion Research Italy
Progetto architettonico: Studio Cervellati ed Associati
Responsabile del progetto: Arch. Ulrich Seum
Team di progetto: Pier Luigi Cervellati, Federica Finelli, Giorgio D'Albano, Ana Bigarella, Duilia Madonia,
Consulenti strutture: Gilberto Dallavalle, Friedrich Drollmann
Consulenti impianti: Omega Impianti, Luca Landi e Mirco Mantovani
Consulente illuminotecnica: Riluce, Chiara Rinolfi
Landscape: Maria Grazia Manzini
Consulenti prevenzione incendi: Ingegneria del Fuoco Srl
Impresa generale: Paolo Castelli SpA
Sistemi di facciata, serramenti: Schüco
Consulenza tecnica: Schüco Italia
Serramentista: Camero Ferramenta e Siderurgici S.r.l.

In un momento storico in cui la scarsità di risorse, energia e suolo è un dato assodato, la progettazione architettonica diviene strumento fondamentale per reinterpretare il territorio urbano sia in funzione dei moderni stili di vita, sia nel rispetto del mondo che ci circonda. Se le nuove esigenze di mobilità, transitorietà e flessibilità hanno trasformato le città in agglomerati brulicanti e centri attrattivi in crescita tumultuosa, oggi più che mai è necessario ripensare la pianificazione urbana attraverso il recupero degli spazi inutilizzati, la riqualificazione delle aree dismesse e l’alleggerimento dell’impatto energetico dell’uomo nell’ambiente, senza ulteriore consumo di territorio.

Domani è il progetto abitativo realizzato dagli architetti Andrea Rinaldi e Roberta Casarini che si propone di cambiare il modo di intendere gli edifici e le città per rispondere all’aumento della popolazione, alla crescente dissoluzione del suolo e alle modificazioni dei sistemi di vita. Vincitore di Eco_Luoghi 2017/18 – il consulto informale indetto dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, dall’Associazione Mecenate 90 e da Unioncamere, in collaborazione con il Dipartimento di Architettura di Roma Tre, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e con il sostegno di FederlegnoArredo – Domani stimola la riqualificazione architettonica promuovendo un nuovo concetto di sostenibilità non solo dal punto di vista energetico, ma anche dal punto di vista economico, sociale e urbano. Il progetto sarà visitabile in scala 1:1 al Mattatoio di Roma, ex Macro Testaccio, fino al 21 ottobre 2018 e le aziende che hanno contribuito alla sua costruzione, tra cui Schüco Italia, verranno insignite del “bollino di Eco_Luoghi” del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare.

Il concept
La progettazione per strati è il concetto che ha ispirato gli architetti Rinaldi e Casarini nello sviluppo di un sistema strutturale che offre la possibilità di intervenire nelle città attraverso addizioni volumetriche che si inseriscono nel costruito con discrezione. Tale sistema è stato concepito come un intervento di recladding che permette sia l’adeguamento sismico, energetico ed estetico delle preesistenze, sia l’addizione di porzioni immobiliari incrementali che aprono scenari in cui architettura ed economia si incontrano: questi nuovi spazi di vita, chiamati appunto Domani, non solo sono eco-case sostenibili, autonome, energeticamente efficienti ed adattabili nel tempo e alle necessità, ma sono anche strumenti di investimento, poiché con la loro vendita è possibile finanziare l’intera opera di adeguamento strutturale e sismico dell’edificio.

Il progetto
Costruita con tecnologie leggere stratificate a secco, facilmente assemblabili e disassemblabili, Domani è un’architettura semplice e circolare pensata per evolvere in funzione dei flussi di aria, acqua, luce, suono, energia, materie prime e persone. Lo spazio abitativo è articolato in moduli di 1,80 x 4,50 metri lineari, costruiti interamente in fabbrica e montati tra loro in cantiere con collegamenti magnetici. La modularità consente variazioni di forma e taglia (S, M, L, XL) per adattarsi a luoghi e necessità, mentre l’altezza ridotta di 2,40 metri è stata studiata per poter incrementare la densità urbana (a confronto con le abitazioni standard, infatti, il sistema Domani permette di ricavare un’unità abitativa in più ogni 10 piani).

I singoli moduli, una volta assemblati tra loro, restituiscono uno spazio abitabile dalle volumetrie morbide e continue interrotto solamente da un patio verde, elemento inscindibile che rende omaggio ad uno stile di vita in equilibrio con la terra. Due grandi vetrate Schüco ad elevata efficienza energetica – realizzate da Metalbranca s.r.l. (Perugia) – delimitano e illuminano la zona chiusa, realizzata come un ambiente unitario rivestito in legno di larice che sfrutta arredi e attrezzature per la suddivisione spaziale. Il lungo piano bianco che attraversa longitudinalmente lo spazio assolve alla funzione di tavolo, piano cottura, lavello e scrivania, definendo concettualmente le diverse aree funzionali. Il bagno è stato progettato come un vano in vetro rivestito di specchi, mentre l’armadio è un insieme di appendiabiti distribuiti nello spazio.

All’interno di Domani non esistono prese o interruttori fissi: binari elettrificati permettono una gestione portatile della corrente elettrica, consentendo lo spostamento di prese e interruttori nel punto in cui se ne ha bisogno. L’accesso all’abitazione stessa avviene senza chiavi attraverso l’esclusiva tecnologia Schüco BlueCon, che permette di aprire la porta d’ingresso con la sola vicinanza del proprio smartphone. Il sistema riconosce tramite collegamento Bluetooth il telefono, sbloccando la serratura motorizzata non appena l’utente entra nel raggio di rilevamento. Uno specifico modulo contiene infine tutti gli impianti della casa: sanitari, idrici e di scarico.

L’involucro stratificato di Domani, appoggiato sulla struttura di consolidamento statico dell’edificio sottostante, è realizzato con tecnologie in acciaio steel frames rivestite da una facciata ventilata bianca in lastre Krion® termo-curvate. Caratterizzate da un’elevata riflessione solare, grande resistenza ai raggi UV e ottime proprietà antibatteriche, le lastre sono completamente riutilizzabili alla loro dismissione e le notevoli proprietà fotocatalitiche consentono di purificare l’aria che respirano circa 1000 persone in un anno.

La coibentazione esterna dell’abitazione è realizzata con pannelli di poliestere spessi 120 mm ottenuti dalla riconversione dei rifiuti plastici, mentre quella interna è realizzata con isolanti sottili termoriflettenti.
Una doppia lastra di Aquapanel® dall’elevata capacità termica, accoppiata alla sottile superficie in legno di larice che riveste gli interni, dà forma ad una massa termoregolatrice efficace per l’accumulo interno. Vetrate di grandi dimensioni con profili in alluminio Schüco e monoblocchi con un sistema di Ventilazione Meccanica Controllata integrato costituiscono infine le parti trasparenti dell’involucro.

Le performance
Il comportamento climatico invernale dell’unità abitativa è garantito dall’alta coibentazione dell’involucro (12 kW/mqa), ottimizzato dal comportamento termoregolatore della massa interna diffusa e dal sistema di riscaldamento a pannelli infrarossi integrato. Il comportamento climatico estivo, invece, lavora sulla riflessione del calore dell’involucro bianco in Krion®, sulla schermatura delle ampie vetrate con tende solari esterne, sul comportamento di accumulo della massa interna e sulla ventilazione naturale notturna, sostituita all’occorrenza dal funzionamento in free-cooling della VMC.

Gli strati con cui è composto l’involucro di Domani, inoltre, sono progettati per avere differente durata nel tempo – la struttura è l’elemento più longevo, l’arredamento quello più temporaneo – e ognuno, al termine del proprio ciclo di vita, potrà essere riconvertito o riutilizzato in un’idea di ciclo economico circolare che minimizza la produzione di rifiuti.

La prospettiva di Schüco Italia
“Per chi si occupa di innovazione e progettazione nell’ambito dell’involucro edilizio – commenta Roberto Brovazzo, Direttore Generale di Schüco Italia – è un dovere indagare l’evoluzione degli stili di vita, la conseguente trasformazione degli spazi abitativi e tutte le possibili interpretazioni dal punto di vista costruttivo e architettonico. Negli ultimi anni Schüco Italia si è concentrata fortemente sul mercato residenziale, approfondendo in particolar modo le tematiche del recupero e della riqualificazione: in un territorio come il nostro, infatti, con un enorme parco immobiliare esteticamente superato, energivoro e poco sicuro, la riqualificazione estetica ed energetica come l’adeguamento sismico sono una necessità, nonché una grande opportunità per ridisegnare il tessuto urbano e sociale. La partecipazione al progetto Domani ci ha permesso di approfondire ed esplorare aspetti rivoluzionari della rigenerazione architettonica, come la progettazione per strati, l’addizione volumetrica, il recladding e la tematica del recupero dei materiali come presupposto di efficienza. Un enorme bagaglio esperienziale da cui attingere per meglio comprendere e interpretare le esigenze abitative delle generazioni future, anticipandone richieste e necessità”.

Nature Of Innovation: è questo il significato dell’acronimo NOI Techpark. Un’opera di rigenerazione urbana che già nel nome, con quel “noi” in maiuscolo, rivela la sua natura inclusiva, destinata a trasformare un’area dismessa in centro di innovazione, spazio di aggregazione e piattaforma di raccordo e interscambio tra Italia e Nord Europa. Il nuovo parco tecnologico, punto di incontro tra ricerca, cultura ed imprenditoria, sorge a Bolzano nell’ex sede dello stabilimento metallurgico Alumix, proprietà della Montecatini, luogo in cui negli anni Trenta e Quaranta si produceva circa i due terzi di tutto l’alluminio italiano. Esempio di architettura razionalista voluto da Mussolini all’interno del piano di italianizzazione del Sud Tirolo, il complesso è stato riconvertito dallo studio Claudio Lucchin & Architetti Associati, in partnership con la divisione italiana di Chapman Taylor, per essere restituito alla città come opera pubblica. NOI Techpark, infatti, è molto più che un centro di studio dedito all’innovazione: è anche un polo culturale e di aggregazione integrato nel tessuto urbano e sociale della provincia che lo ospita.

Nel quartiere di oltre 12 ettari, i bassi fabbricati perimetrali accuratamente restaurati fanno da corollario alle principali costruzioni che caratterizzano il parco tecnologico. Attraversando il portale originario si incontra lo storico Edificio BZ1, che a partire dal 1937 ospitava il primo dei grandi trasformatori dell’Alumix. Ristrutturato conservando la caratteristica facciata anni Trenta in stile Bauhaus, l’immobile, posto sotto tutela architettonica insieme al suo gemello, l’Edificio BZ2 che si erge distaccato sulla destra, è oggi destinato ad ospitare uffici, laboratori e spazi di ritrovo. Al suo fianco sorge l’iconico Black Monolith, la nuova costruzione dal rigore razionalista simbolo della forza innovatrice dell’intero parco. Ad introdurre l’edificio, s’innalza con i suoi 30 m di altezza la torre piezometrica (serbatoio idrico a torre) risalente al 1934, trasformata in opera d’arte contemporanea dall’artista polacco Mariusz Waras. Un’importante area verde di circa 9.000 m2 ospita infine zone relax e spazi per manifestazioni e spettacoli, mentre parcheggi e ambienti tecnici sono confinati nei piani interrati.

Black Monolith, dove passato e futuro si incontrano

Realizzato come un parallelepipedo nero che svetta verso l’alto, il Black Monolith è un edificio lineare, puro, essenziale e pulito. Richiamo diretto all’enigmatico totem del film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, emerge obliquamente dal suolo come simbolo dell’instabile conoscenza umana e metafora dell’uomo che si alza in posizione eretta nel cammino dell’evoluzione. La facciata si distingue per il caratteristico rivestimento nero realizzato con 5.000 m2 di schiuma di alluminio, un materiale ultra tecnologico e leggerissimo – coperto fino a qualche anno fa da brevetto militare – scelto per la sua resistenza e come omaggio al passato industriale del luogo. Sottili tagli vetrati perfettamente giustapposti scalfiscono la solidità compatta della pelle metallica, consentendo all’edificio di aprirsi alla luce esclusivamente attraverso le corti interne, caratterizzate da un involucro architettonico completamente vetrato.

L’impalpabile tessuto trasparente è stato realizzato con le facciate strutturali Schüco FW 50 SI SG (Super Insulation Structural Glazing), che permettono di nascondere all’esterno il profilo in alluminio dando la percezione di un unico elemento complanare vetrato. Abbinate agli apribili a sporgere Schüco AWS 114 SI SG, le cui ante con telaio a scomparsa si mimetizzano alla perfezione nella struttura portante, le facciate hanno garantito valori di trasmittanza termica pari a
Uf 0.91 W/m²K, contribuendo a far raggiungere all’immobile prestazioni energetiche tali da essere considerato un edificio a energia quasi zero.

Il monolito è sospeso su pilastri rivestiti in metallo specchiante, al di sotto dei quali una cavea gradonata, che asseconda l’inclinazione del volume sovrastante, dà accesso al centro congressi ipogeo, mentre una corte d’ingresso al piano e un giardino d’inverno sopraelevato alleggeriscono ulteriormente la massa unitaria. Gli interni, disegnati totalmente su misura, configurano ambienti di lavoro flessibili, sale riunioni e uffici dirigenziali.

Certificazioni da primato

NOI Techpark è il primo progetto in Europa e secondo nel mondo ad ottenere la certificazione Gold del protocollo LEED v4 ND Plan (for Neighborhood Development Plan), sviluppato dal Green Building Council. Il protocollo non considera soltanto i singoli edifici, bensì l’intero quartiere, e valuta i progetti per la loro sostenibilità partendo dai materiali di costruzione fino alla qualità della vita nell’area. Anche per i fruitori del parco, coinvolti costantemente nel processo di pianificazione, è infatti percepibile l’elevata sostenibilità della progettazione. Tutti gli edifici sono collegati tra loro da percorsi pedonali, e l’area verrà presto animata non solo da numerosi negozi, ma anche da una ricca offerta gastronomica, sportiva e culturale.

La prestigiosa certificazione LEED, oltre a conferire ulteriore qualità al complesso, è un coronamento che si integra perfettamente con la filosofia delle aziende e delle istituzioni che qui trovano sede e che contribuisce a rendere la zona ulteriormente attrattiva per nuove giovani realtà.

Scheda Progetto
Realizzazione: NOI Techpark
Anno: 2018
Volume: 201.480 m3
Committente: Business Location Südtirol - BLS SPA
Progetto architettonico: Claudio Lucchin & Architetti Associati
Chapman Taylor Italia
Direzione lavori: Claudio Lucchin
Sistemi per l’involucro trasparente: Schüco Italia
Facciate: Schüco FW 50 SI SG
Apribili: Schüco AWS 114 SI SG
Sviluppo e installazione Base S.p.a. Bassano Serramenti e Metall Ritten

Create manualmente da artigiani esperti, le nuove spine Woodco della collezione Signature accendono gli spazi con dinamismi prospettici e cromie intense, regalando ai progetti d’interni un’inedita tridimensionalità.

“Il lato più interessante delle spine – commenta Gian Luca Vialardi, Direttore Generale Woodco – è racchiuso nelle loro dimensioni ridotte e versatili. I nuovi formati inseriti nella collezione Signature, dedicati ai progettisti e agli interior designer, permettono di realizzare geometrie originali che donano agli interni un carattere distintivo, senza necessariamente evocare quell’atmosfera regale che le spine portano con sé per tradizione”.

Spina per esagono: movimento e tridimensionalità

La spina per esagono è una geometria che permette di creare pavimenti dinamici e tridimensionali, ideali per chi necessita di rivestimenti dal carattere forte e iconico. Ogni singolo esagono viene realizzato unendo tre diversi listelli a forma di spina: l’accostamento dei moduli conferisce movimento alla superficie, trasformandola in un palcoscenico sfaccettato e cangiante.

Spina corta: la reinterpretazione di un classico

La spina corta è una variante più contemporanea della tradizionale spina ungherese. Grazie ai listelli più larghi – accostabili sia dal lato corto, per un effetto più arioso, che da quello lungo, per un dinamismo più accentuato – questa geometria permette di riproporzionare in chiave prospettica ambienti eccessivamente ampi, conferendogli un look sofisticato e attuale.

Spina 45: eleganza intramontabile

Tipica degli antichi palazzi e delle residenze di pregio, la spina ungherese tradizionale è realizzata con listelli i cui lati corti vengono tagliati con un’inclinazione di 45°. Per conferire ulteriore personalità a questo schema di posa senza tempo, si può optare per una colorazione in noce ricca di sfumature, che dona all’intera superficie posata un suggestivo effetto caleidoscopico.

 

Schüco Italia vola oltre le previsioni di crescita: la consociata italiana del gruppo tedesco Schüco International KG, leader nei sistemi per serramenti in allumino, ha chiuso il 2017 con un fatturato di 76,4 milioni di euro, registrando un incremento del +9% rispetto al 2016. La crescita complessiva, tradotta in +6,5 milioni, evidenzia un Ebitda del +24%, con ROS in aumento dal 10,19% dello scorso anno al 14,09% del 2017 e un incremento del ROI dal 12,81% al 16,33%.

Frutto di una proposta di prodotto ai massimi livelli qualitativi e di una visione imprenditoriale orientata alla crescita delle professionalità interne e al supporto dei Partner serramentisti, l’ascesa di Schüco Italia è una rara nota positiva in una situazione di mercato edilizio sostanzialmente stabile (investimenti nel settore costruzioni: -0,1%; fonte: Ance). Nel 2017 l’azienda ha raggiunto il 25,5% di quote di mercato nel comparto dei sistemi per serramenti in alluminio, superando gli obiettivi di crescita che erano stati prefissati per il 2019. L’intento è ora quello di mantenere invariato il trend, tanto che per il prossimo anno è stato messo in previsione un ulteriore +5% di fatturato.

“Tra i fattori che hanno portato agli ottimi risultati del 2017 e degli ultimi anni – spiega Roberto Brovazzo, Direttore Generale di Schüco Italia –vanno evidenziati lo sviluppo di competenze interne all’azienda (con ben 3.046 ore di formazione dedicata ai dipendenti nel 2017) e l’impegno nel miglioramento continuo del servizio ai Partner serramentisti, attraverso azioni precise e articolate di supporto al loro ruolo di ambasciatori del nostro marchio sul territorio. Schüco Italia, in particolare, ha fatto dell’eccellenza dei propri serramentisti un asset strategico, attivando specifici programmi di formazione tecnica, commerciale e di marketing e fornendo tutta una serie di strumenti, anche nella direzione dell’innovazione e della digitalizzazione, per rispondere sempre più puntualmente ai bisogni della committenza.

Tale strategia è stata pensata non solo per l’ambito della grande cantieristica, che continua a rappresentare per l’azienda una fetta di business importante (con interessanti sviluppi, attraverso le commesse dei Partner, anche all’estero), ma sempre di più si rivolge al settore residenziale, per il quale da un lato sono state sviluppate innovazioni di prodotto mirate e dall’altro sono stati messi a punto specifici strumenti e servizi per agevolare il dialogo con l’utente finale. Ciò ha permesso ai Partner di accrescere il proprio business anche nel territorio nazionale, dove il mercato residenziale e della ristrutturazione hanno segno positivo, attivando un circolo virtuoso che porta beneficio all’azienda stessa”.

Terzo paese del Gruppo per fatturato e numero dipendenti (140 nella sede di Padova, a cui si aggiungono 23 agenti monomandatari), Schüco Italia vanta una rete di oltre 800 clienti serramentisti, ai quali punta a offrire soluzioni capaci di rispondere ad una domanda sempre più articolata e complessa.

“Ci sono tematiche a cui il nostro territorio è particolarmente sensibile – continua Roberto Brovazzo – come il design “su misura”, la sempre maggiore luminosità e il benessere degli ambienti. All’interno del dipartimento di ricerca e sviluppo di Padova progettiamo soluzioni specificatamente pensate per soddisfare le esigenze del mercato italiano, come i sistemi scorrevoli “panoramici”, sui quali Schüco Italia è diventata un centro di progettazione di eccellenza all’interno del Gruppo Schüco, oppure le soluzioni Schüco SmartWood, che uniscono al calore del vero legno, le prestazioni e l’affidabilità dell’alluminio Schüco. Con queste innovazioni di prodotto assicuriamo ai nostri Partner serramentisti un’offerta realmente in linea con gli stili di vita della clientela. Un servizio che puntiamo a valorizzare anche attraverso l’ampliamento del nostro showroom aziendale, che raggiungerà gli 800 mq nei prossimi mesi del 2018”.

Da sempre attiva con la casa madre tedesca nello sviluppo di innovazioni dedicate specificatamente al nostro Paese, Schüco Italia presenta il nuovo scorrevole in alluminio Schüco ASS 70.HI Design Edition, che coniuga la bellezza di una specchiatura dalle grandi dimensioni – con pesi d’anta fino a 400 kg – a prestazioni energetiche molto elevate, con valori Uw fino a 1,3 W/m2K a seconda della versione e della dimensione.

Movimentazione agevolata
Caratterizzato da una sezione centrale di soli 48 mm, il sistema in alluminio Schüco ASS 70.HI Design Edition si distingue per i profili molto sottili, che garantiscono il massimo apporto di luce naturale agli ambienti a vantaggio di un maggior benessere abitativo e di un elevato risparmio energetico. La tecnologia alzante del sistema, inoltre, permette di ottenere ottime prestazioni di tenuta all’aria e all’acqua, regalando allo stesso tempo una movimentazione più agevole delle ante.

Attraverso l’inserimento di alcuni componenti aggiuntivi è stata facilitata anche la rotazione della maniglia, rendendo il movimento più semplice in fase di apertura e più “soft” in fase di chiusura. Grazie al meccanismo SmartClose, infine, è possibile permettere il rallentamento dell’anta durante il movimento di chiusura, garantendo una maggiore sicurezza delle persone e, soprattutto, dei bambini.

Facilità di accesso e completa personalizzazione
Disponibile con soglia a terra ribassata di soli 25 mm, il sistema consente il passaggio agevole delle persone tra i diversi ambienti, favorendo coloro che possono avere difficoltà di movimento come anziani e persone diversamente abili. Grazie agli ingombri minimi, inoltre, lo scorrevole Schüco ASS 70.HI Design Edition può essere installato senza importanti opere murarie, rivelandosi un alleato strategico in caso di ristrutturazione. Per una maggiore integrazione con il contesto preesistente, è personalizzabile in un’ampia gamma di colorazioni e finiture (tra cui la nuova finitura Schüco SmartWood in vero legno) e può essere realizzato anche con parte esterna di colore diverso da quella interna, adattandosi così allo stile di ogni abitazione.

Sicurezza antieffrazione
Se dotare la propria residenza di sistemi di protezione passivi, cioè di soluzioni deterrenti non di tipo impiantistico, è il primo passo per una casa davvero sicura, lo scorrevole Schüco ASS 70.HI Design Edition è la scelta ideale per proteggere le persone che più si amano. La possibilità di inserire specifici elementi antieffrazione, infatti, consente di raggiungere la classe RC2, che permette all’infisso di resistere non solo a tentativi di rottura basati sulla forza fisica, come calci o spallate, ma anche a tentativi di scasso effettuati con tenaglie, cacciaviti e cunei.

Un catamarano esclusivo senza barriere architettoniche, un tour di 15 tappe nei principali porti italiani e la volontà di sensibilizzare il pubblico verso la progettazione di oggetti, luoghi e città accessibili a tutti: questi sono gli ingredienti del progetto WOW – Wheels on Waves promosso dall’associazione onlus Lo Spirito di Stella e queste sono anche le motivazioni che hanno spinto Schüco Italia ad appoggiare e divulgare le finalità culturali dell’iniziativa, coinvolgendo anche la propria rete di clienti Premium Partners. Da aprile ad ottobre il catamarano ospiterà un pubblico eterogeneo dalle diverse abilità fisiche, cognitive e sensoriali, puntando da un lato a rompere tutte le barriere mentali che condizionano la visione degli spazi e dall’altro a promuovere un’architettura universale alla portata di ogni possibile utente, sia esso un adulto, un bambino, un anziano o un disabile motorio o sensoriale.

“Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto WOW – spiega Roberto Brovazzo, Direttore Generale di Schüco Italia – per le sue finalità divulgative e di sensibilizzazione anche nei confronti dei nostri Partner e progettisti. L’iniziativa è un invito ad ampliare la visione della progettazione perché pone la questione delle barriere architettoniche in termini propositivi, al fine di sensibilizzare il pubblico e gli addetti ai lavori allo sviluppo di soluzioni e spazi accessibili, non solo utilizzabili da chiunque, ma anche accoglienti e facili da usare. Rendere un ambiente ‘universale’ significa renderlo confortevole, sicuro e qualitativamente migliore per tutti i potenziali utilizzatori, indipendentemente dall’età, dal sesso, dal background culturale e dalle capacità fisiche e sensoriali. Obiettivo che Schüco Italia ha portato anche nel mondo del serramento, con lo sviluppo di tecnologie meccatroniche ed accorgimenti tecnici che facilitano non solo l’apertura e la movimentazione degli infissi in alluminio (attraverso automazioni e ridotti sforzi di manovra per ante di grandi dimensioni), ma che facilitano anche gli spostamenti sia da un ambiente all’altro della casa, grazie alle soglie piatte, sia verso l’esterno, grazie al controllo digitale degli accessi. La progettazione accessibile, infatti, è un argomento che deve essere trattato su ampia scala: interessa sicuramenti gli spazi urbani, gli ambienti pubblici e i mezzi di trasporto, ma più in generale tutti gli edifici, non ultimi quelli domestici”.

Il viaggio che porterà il catamarano “Lo Spirito di Stella” lungo le coste della penisola italiana sarà quindi per Schüco Italia il punto di partenza per sensibilizzare architetti e Premium Partner nei confronti di una progettazione più in linea con le necessità di un’utenza reale, che tenga in considerazione non solo tutte le caratteristiche psico-fisiche che una persona può assumere o acquisire nel corso della sua vita, ma anche i bisogni e le esigenze delle generazioni future.

“L’evoluzione – continua Roberto Brovazzo – degli stili di vita, a partire dalla mobilità lavorativa fino al progressivo invecchiamento della popolazione, sta già influenzando lo sviluppo di nuove forme abitative.
Il tema dell’accessibilità deve essere affrontato fin da subito con un atteggiamento il più aperto e disponibile possibile, affinché il mondo della progettazione possa rispondere non solo alle esigenze dell’oggi, ma anche ai bisogni delle generazioni future. Per un’architettura che sia realmente universale e alla portata di tutti”.

Martedì, 31 Luglio 2018 10:19

Benvenuti a “casa” Coster

È una sensazione di domesticità diffusa quella che si respira nella nuova sede Coster di Trento. L’idea progettuale, opera dell’architetto Mauro Sommadossi (TN), ha voluto dare vita ad ambienti di lavoro caldi, eleganti e allo stesso tempo funzionali, frutto di un utilizzo creativo e flessibile dello spazio.

Gli interni si presentano come un unico ambiente in cui un’accurata operazione di space planning ha permesso di configurare le unità spaziali attraverso le componenti di arredo, realizzate su misura da Habitat Ufficio (TN). Nell’area dedicata all’accoglienza di visitatori e clienti, ad esempio, sono le librerie bifacciali a giorno a strutturare i due piccoli living, fungendo allo stesso tempo da espositori per uno showroom liberamente fruibile. Nella zona dedicata agli uffici, invece, spetta alle partizioni vetrate separare gli ambienti, garantendo una continuità visiva che mitiga le gerarchie in favore di una maggior condivisione.

Nella sua uniformità stilistica, la nuova sede Coster si configura dunque come uno spazio polivalente, che affianca zone operative – gli uffici, le sale riunioni e la sala del consiglio – ad ambienti dedicati alla collettività e all’incontro, come i salottini e l’area break. “L’obiettivo – spiega l’architetto Sommadossi – era quello di realizzare un luogo funzionale e allo stesso tempo confortevole per chi ogni giorno vive gli spazi di lavoro. L’atmosfera calda e accogliente, dovuta in primis al pavimento in legno naturale, viene enfatizzata dagli arredi di design e dalle ampie vetrate, che massimizzano l’apporto di luce naturale regalando scorci suggestivi sulle montagne trentine”.

A garanzia di una completa continuità visiva e stilistica, le scelte progettuali hanno optato per l’installazione di un solo tipo di pavimento per tutta la superficie, senza alcuna differenziazione tra le aree operative e quelle dedicate alla condivisione. Per le performance estetiche e tecniche, l’architetto ha selezionato un parquet in rovere spazzolato firmato Woodco, le cui tavole di grandi dimensioni – ricche di nodi e venature che valorizzano la naturalità del legno – creano una piacevole antitesi con i profili in alluminio delle vetrate e le finiture laccate degli arredi.

Focus tecnico: il pavimento

Le tavole in Rovere di Slavonia spazzolato, caratterizzate da nodi importanti e da venature accentuate, sono state realizzate da Woodco in una variante customizzata. Per la colorazione del legno sono stati utilizzati pigmenti naturali che hanno modificato la tonalità originale dell’essenza, permettendo, grazie alla tecnica della stracciatura a mano, di ottenere un effetto cromatico caldo e naturale. La finitura con vernice opaca – atossica e priva di solventi – ha permesso di conferire alla superficie un’elevata resistenza, mentre la scelta di abbinare tra loro doghe di tre diverse dimensioni (180x1600/2200 mm, 220x1600/2200 mm e 280x1600/2500 mm) ha donato al pavimento un effetto dinamico, trasformandolo in vero e proprio elemento architettonico.

Scheda progetto

Realizzazione: nuova sede Coster
Commmittente: Coster Tecnologie Speciali S.p.A.
Località: Calceranica, Trento
Anno di ultimazione: 2018
Superficie: 280 mq
Progetto architettonico: arch. Mauro Sommadossi (TN)
Progetto interior design: Habitat Ufficio srl (TN)
Pavimenti in legno: Woodco, tavole in Rovere di Slavonia con superficie spazzolata rifinita con vernice opaca
Fotografie: Lucio Tonina

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